«Non mi risultano, al momento, tagli diretti ai Parchi Nazionali». Così Ruggero Barbetti, commissario straordinario del Parco nazionale dell’arcipelago toscano, commenta il dopo-Finanziaria per la situazione delle aree protette. «Dobbiamo riguardare meglio la Finanziaria – continua Barbetti – ma una prima lettura del decreto mi sembra tranquillizzante. Ci sono invece anche per noi i problemi che riguardano il rinnovo di collaborazioni e consulenze e sono previste le riduzioni di stipendio del 10% per i collaboratori esterni. Stiamo valutando con gli uffici tutti questi aspetti, potrò certamente essere più preciso nei prossimi giorni». Dice Giampiero Sammuri, presidente del Parco regionale della Maremma: «Per i tagli della Finanziaria, la cosa è molto diversa tra parchi nazionali e quelli regionali. Per i parchi nazionali le ripercussioni saranno molto pesanti. I parchi regionali della Toscana dovrebbero essere tranquilli. E’ sicura la conferma degli stanziamenti dello scorso anno e, per quanto ne so io, la Regione sta lavorando per aumentare le risorse. Una situazione, quella dei Parchi regionali toscani, che mi sembra confortante rispetto ad un panorama nazionale preoccupante». Situazione ancora diversa per la Parchi Val di Cornia. La spiega il presidente della società, Massimo Zucconi: «Il nostro è un caso atipico: sono parchi comunali, quindi i nostri problemi con la Finanziaria derivano dai tagli che subiranno i bilanci delle amministrazioni locali, e sulle quote versate ai parchi. Devo dire che però abbiamo preceduto i possibili effetti della Finanziaria: quando siamo partiti la quota di autofinanziamento dei nostri Parchi era del 35-40%, oggi superiamo l’80%. Nel conto economico previsionale presentato ai comuni nell’ottobre scorso contiamo di ridurre del 19% il contributo delle amministrazioni, con l’autofinanziamento che tocca ormai l’83%. Quindi abbiamo anticipato i tagli ai quali ci avrebbe costretto la Finanziaria». «Certo – conclude Zucconi – se queste risorse i Comuni avessero potuto reinvestirle nel miglioramento delle gestioni e nella valorizzazione del patrimonio dei parchi, invece che essere costretti a spostarle sui servizi messi in pericolo dalla Finanziaria, sarebbe stato meglio». Secondo Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette di Legambiente, la Finanziaria peggiora la situazione: «Continua ed aggrava i tagli alle aree protette: in cinque anni sono stati tagliati 11 milioni di fondi, su una dotazione che nel 2006 si attesterà sui 41 milioni di euro con una sforbiciata netta di circa 2 milioni e 600 mila euro. Questo in presenza di nuovi parchi ed aree marine protette. Quindi saranno divisi meno soldi tra più parchi. Inoltre, il blocco del 2% della spesa pubblica fa sì che i parchi coi soldi in cassa non possono spendere, alla faccia dell’autofinanziamento delle aree protette sbandierato dal ministro Matteoli». da www.greenreport.it
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