Si torna a parlare, ed è una specie di "storia infinita" delle vicissitudini giudiziare di Lorenzo Bozano condannato all'ergastolo per l'omicidio di Milena Sutter, la figlia tredicenne dell'imprenditore svizzero della cera, rapita e uccisa nel maggio del 1971 a Genova. L'avvocato romano Nino Marazzita che patrocina Lorenzo Bozano ha deciso di presentare un'istanza alla corte d'appello di Genova entro la fine del mese per la revisione del processo a carico del suo assistito. Bozano, oggi sessantunenne, detenuto nel carcere elbano di Porto Azzurro, fu condannato all'ergastolo il 23 maggio 1975 dalla Corte d'Assise d'Appello, dopo che in primo grado era stato assolto, e si è sempre dichiarato innocente. L'ergastolo gli fu poi confermato in forma definitiva il 25 marzo 1976 dalla Corte di Cassazione. E proprio tra le mura di forte S.Giacomo e le semilibertà elbane Lorenzo Bozano ha trascorso la quasi totalità della sua detenzione, caratterizzandosi come un elemento segnato da luci ed ombre. Intelligente e colto, Bozano ha fatto parte negli anni a cavallo tra gli anni '80 e '90 di un gruppo di detenuti che dall'interno del carcere isolano costituivano la "sponda", per quanti si stavano impegnando per la riforma carceraria, per l'umanizzazione della pena al fine del recupero dei detenuti, per l'applicazione della Legge Gozzini. Benefici di cui anche lo stesso Bozano, aveva fruito, grazie ad un comportamento ineccepibile in carcere, avendo avuto accesso alla semilibertà e lavorando prima come Segretario dell'allora costituita Commissione Beni Ambientali dell'Isola d'Elba, successivamente in un impresa familiare avicola insieme alla donna con cui si era unito in matrimonio. Ma nel 1997, mentre si trovava in semilibertà, fingendosi un poliziotto a caccia di droga, Bozano palpeggiò pesantemente una ragazzina di 17 anni che era insieme al fratellino di nove, entrambi appena usciti dallo zoo di Livorno, fatto per il quale fu condannato a due anni di reclusione e alla revoca dei privilegi concessi. L'avvocato Alfredo Biondi, che a varie riprese collaborò con i legali di parte civile della famiglia, ha affermato: "Non mi diletto nè in pronostici nè in anticipazioni di giudizio, ma per quanto ho saputo non ci sono fatti nuovi, ma solo la rielaborazione di argomenti che hanno già formato oggetto di giudizio". Secondo quanto spiegato dall' avvocato Marazzita, è stato lo stesso Bozano (che nel tempo aveva più volte fatto sapere di voler richiedere la revisione del processo a suo carico) a contattarlo un paio di mesi fa inviandogli una serie di consulenze e perizie che aveva fatto svolgere, per dimostrare che il biondino della spider rossa autore dell'omicidio che all'epoca scosse tutta l'Italia non era lui. In sostanza sono tre i punti su cui Marazzita incentrerà la sua richiesta di revisione del processo: l'ora della morte della ragazza che dovrebbe essere anticipato di otto ore, la perizia oceanografica, ed una traccia investigativa che porterebbe ad un altro biondino proprietario di una spider rossa. Marazzita all'epoca dei processi era appena laureato e venne a Genova per accompagnare l'avvocato Giuseppe Sotgiu, che difendeva Bozano. "C'era un'atmosfera molto pesante - ricorda -, c'era una folla di gente che ci urlava ingiurie e ci diceva di tutto".
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