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Stee, il giorno dopo - La solidarietà ed il lavoro dei carabinieri

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 04 gennaio 2006

Un viavai di persone. Almeno 300, dicono i proprietari. Tutti per portare una parola di incoraggiamento e per rendersi conto di persona di un episodio di intimidazione che all’Elba non ha precedenti. Il magazzino bruciato della Stee ricorda altre latitudini, ed un mercato del lavoro basato su dinamiche di violenza. “Siamo qui che guardiamo il disastro - dicono i proprietari il giorno dopo – abbiamo fatto alcuni viaggi con i mezzi rimasti – ma siamo in ginocchio.” I carabinieri stanno ancora vagliando tutte le ipotesi. Nella giornata di martedì hanno continuato ad ascoltare alcune persone, ma ancora non sono emersi elementi concreti che possano indirizzare le indagini. Su una cosa però i carabinieri possono sbilanciarsi: è un attentato inusuale per l’Elba. Una cosa analoga, ma non nella gravità del bilancio, successe quest’estate a Lido, quando incendiarono un automezzo. Ma i carabinieri non escludono che la ritorsione possa riguardare questioni private. Si pensa però, ma anche questa è una supposizione non avallata da prove, che possa essere stata più di una persona a provocare l’attentato. Intanto ci sono sette famiglie, quelle dei soci-lavoratori, più una dipendente, seriamente preoccupate per il loro futuro. La solidarietà della gente si è fatta sentire, il CNA ha offerto la propria collaborazione. E le indagini vanno avanti


Incendio stee2

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