Ieri sera ho assistito alla festa dell’asilo di San Giovanni che, per l’occasione, si è tenuta al Circolino di Schiopparello. Un clima festoso ha accompagnato i giovani virgulti elbani che già il 16 dicembre si sono fatti arrivare Babbo Natale, sia mai che con la prossima finanziaria ci taglino anche questo. La festa è stata piacevole, i bambini ben organizzati hanno cantato, sostenuti dalle pazienti insegnanti, brani di pace e auspici di tolleranza e comprensione per il prossimo futuro. Pensavo però tra me e me che questa masnada di bimbetti tra poco si immergerà più profondamente nel mondo scolastico, invaderà le scuole elementari, le medie e poi le superiori. Vorrà praticare sport, vorrà andare al cinema e a teatro, avrà bisogno di spazi per socializzare e vivere la gioventù in ambienti ospitali, sani e meglio ancora se sicuri. Di ritorno a casa, solita “giratina” per i luoghi dell’on-line elbano per vedere cosa ci riserva la serata. Elbareport pubblica una lettera di una pallavolista indignata perché gli impianti di San Giovanni sono a dir poco inagibili, per circa vent’anni al “Palatenda” le docce sono state un miraggio, prima nel container poi negli spogliatoi ex rugby. Su camminando l’alunna Alice mendica una classe, e al liceo si va a scuola due ore al giorno. Le ex caserme delle Ghiaie se le leticano parco e comune mentre il palasport Monica Cecchini si deteriora sempre più. In tre anni di scuola media pare che si cambino ogni anno tutti i professori. Addirittura pare che sia “conveniente” far frequentare gli istituti superiori oltre canale. Il centro giovani? Oggi però verremo istruiti sulla conoscenza e l’uso delle sostanze stupefacenti fra gli studenti elbani. A mali estremi, estremi rimedi! Robi Veltroni Sai Robi che m'è venuto in mente a leggere quello che hai scritto? Un po' di numeri. Ora col rischio di fare incazzare l'elbaglielbisti (cosa che comunque non turba il mio raro sonno) c'è da dire che pure se ci si lamenta spesso, noi elbani abbiamo visto un bel mondo. Su questo scoglio negli ultimi quarant'anni sono state scaricate quantità pazzesche di denaro. Avevamo già una fiorente industria turistica e puppavamo (mai sentito nessuno gridare allo scandalo) contributi dalla fortunatamente estinta Cassa per il Mezzogiorno come se si fosse la Valle del Belice, abbiamo poi munto a tutta randa la mucca europea (mi dicevano qualche anno fa 30 milioni pro capite di finanziamenti a fondo perduto in meno di venti anni) abbiamo goduto di un turismo così determinato che continuavano a venire anche se pagavano a peso d'oro servizi che chiamare scadenti era un complimento. E crisi o non crisi, pure se le ricchezze non sono distribuite molto bene questo posto strabuzza ancora di soldi, probabilmente è il comprensorio più ricco della Toscana che è già una regione fortunata. Tutto ciò premesso, come è possibile essere così privatamente ricchi e così socialmente pezzenti? Perchè in questo posto, al contrario che in altri molto meno toccati dalla fortuna non riusciamo ad avere servizi decenti e dobbiamo guardare preoccupati al futuro di figli/nipoti per i quali si è realizzato poco e male? Non sarà che l'isola ha in pista un lotto di amministratori dalla media pessima qualità, e un nugulo di imprenditori capaci di raccogliere solo quello che loro casca in mano? Temo fortemente che cosi sia Robi, e temo che non ci resti che piangere e attendere che cresca (nonostante tutto bene) una nuova generazione che ci mandi all'asilo (non di infanzia ovviamente)
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