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La Giunta di Portoferraio risponde alle critiche di Lanera (AN)

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 29 dicembre 2005

In merito all’intervento del sig. Luigi Lanera, neo Presidente del circolo di Alleanza Nazionale, non per spirito polemico, ma per evitare di ingenerare nei cittadini errate convinzioni, è bene precisare alcuni aspetti. 1) Riguardo alle osservazioni al Regolamento Urbanistico, che sono poco più di 440 (una quantità del tutto ovvia e normale, specie in rapporto alla complessità del piano e soprattutto alle vicende urbanistiche recenti, con l’annullamento del precedente Regolamento) è del tutto errato ed infondato ripetere che verrà delegato “ad una commissione la decisione di avallare o meno le legittime richieste i edificare o ampliare la propria abitazione”. La Commissione Urbanistica, infatti, esprimerà un semplice parere, svolgendo un’attività a supporto del Consiglio Comunale che sarà chiamato – lui sì – a decidere nel merito, accogliendo o meno le osservazioni. In questo senso il procedimento che verrà seguito sarà diverso da quello della precedente legislatura, quando alla Commissione Urbanistica fu attribuito un potere decisionale (rinviando alle sue determinazioni) che effettivamente può avere solo il Consiglio. Non si comprende poi che cosa siano le “idee programmatiche a fini sociali” a cui fa riferimento l’esponente di A.N. L’urbanistica è governo del territorio e presuppone la costruzione di un preciso sistema di regole che non può mai essere aggirato o condizionato. All’interno di questo sistema di regole, la Giunta di Portoferraio ha cercato di definire alcune priorità quali: - le prime case nei PEEP (circa 140-150 abitazioni); - le prime case per le giovani coppie, o in proprietà o prevedendo una quota di alloggi in affitto a canone controllato; - le prime case con intervento diretto da parte dei residenti, con le inevitabili limitazioni imposte dal piano strutturale vigente e da altri piani sovraordinati, quali il Piano di Assetto Idrogeologico della Regione Toscana; - gli ampliamenti delle abitazioni esistenti, con possibilità di realizzare anche ampliamenti finalizzati a nuova prima casa. Per tutti gli interventi, le norme tecniche tendono a limitare il consumo di suolo, guardano all’interesse pubblico quale interesse primario, legano le nuove edificazioni a vincoli qualitativi, introducendo in maniera generalizzata la bioarchitettura e norme sul risparmio energetico. 2) Riguardo ai lavori di restauro della Porta a Mare, il sig. Lanera critica la durata dei lavori (15 mesi), parlando di “danni sia di immagine che economici al centro storico”. A tale proposito, occorre fare riferimento in modo sintetico ad alcuni elementi (su cui esiste approfondita relazione tecnica): - i lavori da eseguire con il secondo lotto risultano di entità maggiore rispetto a quelli già eseguiti del primo lotto (l’importo del II lotto è il doppio rispetto al I lotto) e, pertanto, per una corretta esecuzione delle opere occorre il necessario tempo di esecuzione (il tempo di esecuzione previsto nel II lotto, 420 giorni, è proporzionalmente inferiore del tempo relativo al I lotto, 240 giorni); - il lavoro di cui si sta parlando non è un lavoro qualunque: si riferisce al restauro per la conservazione del patrimonio esistente di un monumento realizzato nella seconda metà del 1500, con l’utilizzo di materiali idonei e tecniche appropriate (che sono differenti da quelle comuni, rispetto alle quali richiedono tempi più lunghi di preparazione e di realizzazione delle opere di tinteggiatura, rifacimento dell’intonaco, pulitura e consolidamento della pietra, restauro delle inferriate, del finestrone in legno, degli infissi di pregio, ecc.). Questo restauro rappresenta la salvezza di un patrimonio culturale ed economico, perché imponendo l’uso di materiali e tecniche antiche restituisce alla città monumenti che fanno parte della storia e dell’identità dei luoghi, assicurandone la conservazione. Senza i necessari interventi appropriati, i monumenti andrebbero distrutti a causa del degrado e delle incurie del tempo, distruggendo la memoria storica delle generazioni future e danneggiando l’immagine del centro storico. Così si spiegano i tempi del progetto. L’alternativa non sembra quella di tempi più brevi ma l’inattività: non facendo niente, lasciando degradare il nostro patrimonio, rischiando nel tempo l’incolumità dei passanti (turisti inclusi) e un’eventuale chiusura totale da parte di qualche autorità superiore. Allora sì che disagi e danni sarebbero incalcolabili e insostenibili.


lavori calata porta a mare

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