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Controcopertina - Cavo: Sabbia, spiaggia, porto e slogan passati di moda

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 07 dicembre 2005

Nei giorni scorsi è comparso sulla stampa locale un comunicato dell’Amministrazione comunale di Rio Marina nel quale si rendeva noto che per il ripascimento della spiaggia del Cavo verranno impiegati anche 20 mila metri cubi di sabbia di dragaggio del porto adiacente. Nella nota del Comune, nel quadro delle opere di protezione della spiaggia, si fa anche riferimento all’intervento di allungamento e spostamento del molo. Le sabbie portuali verranno stese a copertura del materiale grossolano che rappresenterà la gran parte del ripascimento e per il quale sembra sia stata disposta una integrazione: il pietrisco già previsto verrà integrato con materiale arrotondato ghiaioso, un palliativo dell’ultimo minuto che riconosce, almeno in parte, le critiche del Comitato per la Spiaggia di Cavo ed di LEGAMBIENTE che denunciavano l’uso esclusivo di materiale di cava a spigoli taglienti che avrebbe reso impraticabile per anni la spiaggia. Sull’impiego della sabbia portuale, già ipotizzato in fase di progetto, il Comune si sente confortato dai riscontri favorevoli delle analisi sui carotaggi effettuati dall’ARPAT. Quanto viene proposto merita qualche considerazione: - realizzare un ricoprimento di sabbia su un profilo di spiaggia con le forti pendenze previste dal progetto, non sembra garantire una benché minima stabilità del materiale fine all’azione erosiva del moto ondoso. E’ esattamente quel che è già successo col materiale fine scaricato nel precedente ripascimento. - nonostante i confortanti esiti delle analisi dell’ARPAT, sotto il profilo ambientale ricorrere ad una sabbia limosa sedimentata in un sito particolarmente vulnerabile quale quello di un bacino portuale, è una cosa da verificare comunque con molta attenzione. Questo aspetto risulta ancor più inquietante nell’ottica di un potenziamento dell’attività portuale – che LEGAMBIENTE disse subito strettamente legato ad un progetto di ripascimento della spiaggia che somiglia molto ad un imbonimento - ed in particolare diportistica dell’area, anche con allungamenti, spostamenti ed ampliamenti della diga, per le ricadute che comporterà sulla qualità del sedime sabbioso di fondo con incremento del carico organico e batteriologico che potrebbe renderne problematico l’impiego. – Bisognerà capire anche cosa comporterà l’allargamento del porto sia dal punto di vista ambientale e paesaggistico che per quanto riguarda la ricaduta e la redistribuzione del numero di posti barca - così come sono previsti dal Piano dei Porti e degli Approdi Turistici della Regione Toscana - per l’intero Comune di Rio Marina,. - E’ strano che, di fronte a queste problematiche ed allo spostamento di sedimenti portuali per ricoprire una spiaggia, Destra e Sinistra siano unanimi ed anzi organizzino riunioni per prendersi il ognuno “merito” di un intervento che presenta molti problemi ed incognite sulle dinamiche future che nemmeno i progettisti si sono sentiti di sciogliere. - E’ ancora più strano che nessuno di coloro che, solo pochi anni fa, si opposero in ogni maniera allo scarico di sedimenti sabbiosi del porto di Piombino a 18 km. dall’Elba, ad oltre 100 metri di profondità, in un fondale fangoso di oltre 100 Kmq. – sedimenti certificati non inquinati da ARPAT e ricertificati da ICRAM per tranquillizzare gli oppositori che non si fidavano… e che nonostante tutto continuarono a non fidarsi di ARPAT, ICRAM e nemmeno del Ministro dell’Ambiente Edo Ronchi -, non esprimano oggi nessuna preoccupazione per sedimenti portuali scaricati direttamente sulla costa dell’Elba e su una spiaggia già devastata da un precedente ripascimento realizzato con materiali sbagliati. Noi ritenemmo quelle posizioni dettate in gran parte da disinformazione, pregiudizio ascientifico e strumentalizzazione politica, ci accusarono di essere poco ambientalisti e servi al soldo dell’Autorità Portuale Piombinese comunista. Quindi, come non essere oggi colpiti da questa improvvisa conversione tecnico-scientifica e dall’odierna incondizionata fiducia nei tecnici, nella Provincia, nell’Autorità Portuale e nell’ARPAT che all’epoca erano state semplicemente accusate di truccare i dati delle analisi delle sabbie di Piombino? Evidentemente col tempo si dimentica e sembra proprio passato di moda lo slogan scandito per mesi da Sindaci, Partiti e Associazioni: “nessun materiale scavato da un porto deve finire in mare”.


cavo panorama spiaggia

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