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Ulivo e Movimento

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : lunedì, 24 marzo 2003

A Roma ci sono state due iniziative per la pace: una dell'Ulivo, una dei movimenti, della cgil, dei verdi, dei Comunisti italiani, di rifondazione e che ha visto la partecipazione di tanti politici dei Ds e dell’Ulivo. Questa spaccatura non avviene sui contenuti ma sui metodi. Il problema che il movimento denuncia oggi è il rapporto tra Ulivo e movimento e lo stesso problema sta emergendo anche all'Elba. L'accusa del movimento è espressa con chiarezza dal comunicato con cui il consigliere Alessi annuncia la sua uscita dal gruppo consigliare "Insieme per il Futuro", è una denuncia che non vuole essere distruttiva ma costruttiva, è un invito a tutti a confrontarsi sui metodi, a praticare quella democrazia partecipativa che, oggi, tutti dicono di rivendicare come giusto strumento per la costruzione di una reale alternativa. Dice l'Alessi, tra l'altro, nel suo comunicato: "seppure il gruppo abbia fatto un buon lavoro svolgendo seriamente il suo ruolo istituzionale con grande impegno dei consiglieri, ha incontrato il suo limite maggiore nell’incapacità politica di coinvolgere la cittadinanza perdendone gradualmente la credibilità e dovrebbe far riflettere in proposito la nascita di comitati cittadini, gruppi spontanei, associazioni, forum sociali ecc. che si fanno da soli portavoce delle proprie istanze." e prosegue più avanti "per creare una reale alternativa all’attuale degrado politico e amministrativo in cui versa il nostro Comune, sia assolutamente necessario arrivare all’appuntamento del giugno 2004 attraverso un percorso comune, favorendo un confronto positivo e una convergenza fra differenti posizioni culturali e ideali e fra uomini e movimenti di diversa ispirazione." E qui c'è la sostanza della critica. E' solo, e ribadisco solo, attraverso un percorso comune e partecipato, attraverso un confronto positivo e di collaborazione che possiamo andare avanti assieme. I partiti dell'Ulivo non devono essere così miopi da pensare che attraverso una loro attività politica accorta, smaliziata ed egemone possano rapportarsi al movimento come serbatoio di voti utile per vincere le prossime elezioni. I movimenti non ci stanno perchè sono un soggetto politico autonomo con contenuti qualificanti sulla pace, sulla lotta al neoliberismo, sulla democrazia partecipativa e sullo sviluppo sostenibile, contenuti da cui tutti i partiti hanno attinto a piene mani, spesso demagogicamente, spunti ed indicazioni. Ma se questa è certamente una vittoria del movimento quello che deve cambiare,ora, è la pratica: le iniziative vanno preparate e fatte assieme. La logica dei partiti è stata fino ad oggi quella che l'unione passa per il massimo comun divisore delle diverse posizioni. Questo ha generato insoddisfazioni e rapporti di forza che hanno minato dall'interno le loro alleanze, si sono divisi cariche amministrative in base a questi rapporti di forza e non secondo reali capacità dei singoli. Hanno fatto politica ed hanno amministrato per difendere gli interessi di partito e non quelli oggettivi della cittadinanza con cui continuano a perdere il contatto e credibilità. Tutto questo deve finire e se c’è ancora chi crede possibile continuare con questi metodi è meglio che vada a casa e lasci il posto a persone più libere e sensibili. Abbiamo bisogno di arricchirci delle diversità e rivendicarle come ricchezza. Questa è una delle indicazioni che viene dal movimento, che riesce a crescere aggregando su obbiettivi condivisi settori della cittadinanza che vanno dai comunisti ai cattolici, dalle associazioni ai singoli cittadini, dagli operai al mondo intellettuale e politico. Il movimento ha un suo percorso dirompente, una energia ed una capacità di comunicazione ed una dimensione mondiale che i partiti rischiano di sottovalutare. Siamo andati a Genova pieni di ideali, felici e colorati a contestare un mondo ingiusto e cieco. Siamo tornati violati da un regime feroce che ci ha imposto di crescere e di dovere diventare cittadini attenti e partecipi. Lo abbiamo fatto, siamo cresciuti e continuiamo a crescere. A Firenze, a Roma e in cento altre piazze lo abbiamo dimostrato e oggi siamo il vero antagonista mondiale alla guerra ed al neoliberismo e i tentativi di strumentalizzazione falliscono perchè noi siamo trasparenti e non accettiamo accordi di corridoio o di vertice. I nostri referenti sono i cittadini. Oggi noi diciamo che i programmi non si fanno nelle segreterie ma con la cittadinanza, sopratutto dove questa si sta dando forme di organizzazione spontanea in comitati, movimenti ed associazioni, si fanno costruendo pratiche veramente condivise senza presentarsi come promotori, organizzatori, artefici improvvisati di iniziative che di partecipato hanno il titolo ma che mirano solo ad una autoreferenzialità politica. Vogliamo percorrere un percorso comune? Vogliamo essere vera alternativa? Dobbiamo costruirla assieme e pubblicamente.


pace pisa 4

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