«Marchetti scrive all’Ufficio di Livorno del Demanio e sostiene come la pulizia dei boschi demaniali, e in particolare quello di Monte Giove, sia necessaria per prevenire gli incendi e per salvaguardare un bene botanico di notevole interesse ambientale. Un patrimonio che, fra l’altro, ricade interamente nelle aree protette del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. La proposta del Presidente del Parco Minerario fa seguito alle autorizzazioni, ormai in scadenza, rilasciate negli anni passati dalle società sequestratarie o dalla stessa Agenzia del Demanio. Si corre il rischio, dice Marchetti, che queste non siano reiterate, e allora propone che il lavoro sia sviluppato attraverso un regolare “piano di taglio” la cui redazione potrebbe essere affidata al servizio forestazione della Comunità Montana dell’Elba e Capraia che da oltre trent’anni agisce sui terreni della Regione Toscana e dove non mancano le dovute professionalità. Marchetti, inoltre, candida la Società del Parco a svolgere le relative azioni di controllo. Nella lettera, infine, si ricorda come una siffatta operazione darebbe alle casse statali un importante ritorno economico, e si suggerisce che il “canone di merito” sia fissato sulla base della porzione di bosco concessa, superando così l’uso della “pesa pubblica” in quanto è nota l’impossibilità di compiere la pesatura in loco».
Monte Giove Rio