I primi dati statistici a carattere nazionale indicano che la stagione 2005 è stata una stagione particolarmente difficile. La crisi del settore ha raggiunto livelli preoccupanti tanto che si parla più di recessione che di stagnazione o congiuntura negativa del comparto. Dal 2001 è l’Italia a perdere quote sempre crescenti di mercato nonostante che, tra il 1990 ed il 2004, il movimento turistico globale sia passato dai 450 ai 750 milioni di persone (+66%) . L’Italia, da paese leader nel turismo negli anni 1970, dispone oggi di una quota di appena il 4,9% del mercato globale, mentre la leadership spetta alla Francia con il 9,9% seguita dalla Spagna con il 7,1%, dagli Stati Uniti con il 6,1% e infine dalla Cina che, con il 5,5%, ha superato questo anno il nostro Paese. L’Italia, tra i Paesi avanzati, è l’unico che nell’ultimo decennio ha visto calare il peso del settore turistico sul PIL dal 6,13% al 5,6 %, contrariamente a quanto successo in Spagna, Francia, Germania, e Gran Bretagna. Ma l’Italia perde il confronto anche per gli investimenti pubblici nel settore: la Francia investe, secondo il CsC Confindustria 17,8 miliardi (in dollari), la Spagna 12,9 miliardi, la Gran Bretagna 14,3. Per l’Italia si stimano interventi non superiori ai 13 miliardi. Il trend negativo, che ha interessato anche il 2005, testimonia che è il “sistema Italia” ad essere entrato in crisi. La caduta verticale della competitività del comparto turistico e non solo è allarmante. L’assenza di uno specifico Ministero preposto ad incentivare, sostenere e guidare il turismo ha certamente acuito i problemi. Lo stesso decreto sulla competitività, benché abbia ridisegnato le strutture nazionali, non ha risolto il problema principale che è quello dell’individuazione di un organo decisionale di vertice (Ministero o Autority) in grado di progettare e realizzare una “politica italiana del turismo”. Ad iniziare dalla perequazione dell’IVA per arrivare al rilancio dell’immagine Italia nel mondo. In questo contesto per l’Italia la crisi del 2001, per lo più legata agli eventi terroristici dell’11 settembre, è stata più traumatica rispetto ad altri Paesi nostri concorrenti. A tutto ciò va aggiunta la congiuntura economica sfavorevole che ha interessato l’intera Europa, effetto anche della svalutazione del dollaro rispetto all’Euro (30%) che ha ridotto in modo consistente la capacità di spesa degli Europei. I riflessi sul nostro settore sono stati traumatici: tra il 2001 ed il 2004 nella sola toscana le presenze tedesche sono calate del 28%. All’Elba, nel settore alberghiero, tra il 2003 ed il 2004 la componente tedesca ha avuto un calo del 52,34% (da 299.113 a 142.500). A livello complessivo, tra il 2001 ed il 2004, l’Elba ha perso 504.000 presenze. Ciò significa che in termini monetari si sono persi almeno 70 milioni di euro. Di riflesso, nel settore alberghiero il Tasso di Occupazione delle Camere - importante indice per la valutazione della redditività aziendale - è sceso drasticamente dal 34 al 26%. Ma anche per il 2005 i dati statistici elbani non sono confortanti. Da un’indagine effettuata su un campione di oltre 60 hotel è emerso, rispetto alla stagione 2004, un significativo decremento della componente estera, seppur compensata da un incremento di quella italiana. I mesi di giugno e luglio sono stati i più difficili. Hanno visto calare il proprio fatturato gli alberghi, i residence, i ristoranti, i bar e le attività commerciali in generale. L’unico indice in positivo è dato dagli arrivi, che confermano che la crisi è anche dovuta alle difficoltà economiche delle famiglie che, pur non rinunciando alla vacanza, diminuiscono i giorni di permanenza. Tutto ciò ha ridotto la redditività delle imprese riflettendosi anche sugli investimenti e sull’occupazione. In particolare l’imposizione fiscale della finanza locale ha subito incrementi insostenibili. La tassa rifiuti è aumentata anche del 40% e quella relativa alla fornitura idrica del 30%, ben oltre il tasso programmatico di inflazione a cui tutti, enti locali compresi, dovrebbero attenersi. La struttura alberghiera ha visto contrarre i ricavi e aumentare i costi, trovandosi di fatto nell’impossibilità di investire in infrastrutture per migliorare la qualità e per acquisire nuove nicchie di mercato (parliamo ad esempio del congressuale, dei centri di benessere, ecc) e riducendo così il periodo di apertura per limitare le perdite che si registrano ad inizio e fine stagione. I ristoranti e i bar, i più colpiti dalla crisi dei consumi, hanno diminuito le assunzioni e contratto notevolmente gli acquisti. Uscire da questa situazione non è facile. Non è facile perchè la competizione nel Mediterraneo è e si farà sempre più dura: Egitto, Marocco, Tunisia e Croazia stanno accelerando gli investimenti nel turismo a tassi anche del 5% annuo. I grandi Tour Operator tedeschi ed inglesi puntano su questi mercati, compreso il Mar Nero, investendo in strutture ricettive di avanguardia, con costi gestionali notevolmente inferiori ai nostri. Insistere sulle campagne promozionali è un obbligo ma dobbiamo necessariamente rinnovare la nostra offerta e riqualificare le imprese ricettive. Dobbiamo trovare soluzione al sistema dei trasporti marittimi, introducendo un sistema concorrenziale che garantisca qualità e continuità del servizio a prezzi contenuti. Nel 2005 abbiamo assistito ad un recupero dell’immagine: abbiamo ottenuto servizi televisivi di tutto rilievo e molto positivi che hanno “controbilanciato” l’immagine negativa che l’Elba si era fatta negli ultimi anni a causa dei tanti scandali legati all’urbanistica arrivati su testate giornalistiche e Tg nazionali. La stampa nazionale, grazie anche al lavoro svolto dal nostro ufficio stampa, ha riportato il nome Elba tra le località più gettonate sul mercato nazionale: i 250.000 euro destinati dalla nostra Associazione tra il 2004 ed il 2005 al recupero dell’immagine hanno dato dei risultati sul mercato italiano, risvegliando l’attenzione di giornalisti specializzati, di operatori del settore e di tanti potenziali turisti. Alla nostra azione si è affiancata quella dell’Agenzia per il Turismo, che ha certamente, grazie anche al fattivo lavoro del Dott. Disperati, dato un forte impulso alla qualificazione dell’immagine Elba sul mercato estero e nazionale. Ma tali sforzi non sono sufficienti. Occorre battere la concorrenza garantendo un’offerta di elevata qualità. E ciò è possibile solo e soltanto se il tutto rientra in una politica strategica, condivisa fra tutti gli attori del turismo, amministrazioni pubbliche comprese. Il mercato, contrariamente a 10 anni fa, sta spostando l’attenzione dal concetto di prodotto a quello di destinazione. Ciò che un turista oggi cerca è prima di tutto la possibilità di scoprire un territorio, trasformando così la vacanza in un’occasione di esperienza di vita. Tutto ciò richiede, da parte di tutti e dei politici in primis, un radicale cambiamento di strategia e prima ancora di approccio culturale, di programmazione, di comunicazione e di gestione del nostro turismo. Diviene pertanto indispensabile differenziare l’offerta rendendola in qualche modo unica, non sostituibile con uno degli altri numerosi prodotti similari. Ciò vuol dire che l’approccio alla qualità va inquadrato non soltanto a livello delle singole risorse che compongono il quadro delle identità del territorio, ma anche nella qualità delle reti e delle relazioni che si vengono ad istaurare tra i diversi attori del sistema territoriale. E su questo dovremmo lavorare insieme seriamente. Partiamo da alcune situazioni di fatto. Come albergatori siamo ben consci, lo abbiamo appena detto e lo ribadiamo da tempo, che molte strutture hanno necessità di riqualificarsi per elevare lo standard del servizio offerto. Ma troppo spesso siamo bloccati dalla mancanza dei dovuti strumenti di pianificazione che potrebbero permetterci i giusti adeguamenti. Non basta la buona volontà. La pianificazione territoriale deve essere sensibile a queste problematiche e deve consentire l’adozione di strumenti seri che permettano concretamente il miglioramento delle strutture esistenti, recependo la dinamicità quale elemento essenziale del settore per il mantenimento di un’offerta competitiva. Alcune Amministrazioni come Portoferraio e Marciana ad esempio, hanno dimostrato una certa attenzione ai problemi delle aziende ricettive inserendo nei nuovi Regolamenti Urbanistici dei capitoli specifici. Benché suscettibili di miglioramenti, che ci auguriamo possano essere concordati presto, questi rappresentano comunque un primo passo per qualificare e ridare economicità alle attività alberghiere. Altre Amministrazioni non hanno percepito il ruolo trainante del settore alberghiero nell’economia (se non altro a livello occupazionale e di indotto) e continuano a privilegiare la nascita di appartamenti per vacanze che, come dimostrato negli anni, sono un “affare” per quanto riguarda la rendita immobiliare ma non per quanto concerne l’attività di impresa, con tutte le ricadute che ne derivano e che noi tutti conosciamo. Non ci stancheremo mai di dire che non sarà la quantità dei posti letto disponibili a farci lavorare e a farci rimanere competitivi sul mercato. Non sarebbero necessari posti letti aggiuntivi negli alberghi se si riuscisse ad “allargare" la stagione con sufficienti tassi occupazionali delle camere, tali da garantire la redditività aziendale. Dobbiamo invece domandarci se è necessario, considerati i 77000 posti letto del privato -occupati per lo più 45 giorni l’anno-, incrementare ulteriormente questa forma di ricettività. Pensiamo a cosa sta per accadere a Nisportino ed a Vigneria. Auspichiamo con forza che prenda concretezza il Piano Strutturale unico e che si concordi la pianificazione urbanistica in una ottica comprensoriale. Ci auguriamo che con questo nuovo strumento l’impresa alberghiera sia messa in grado di affrontare il mercato e che le nostre aziende siano rese competitive sia sotto il profilo qualitativo che economico. Non dimentichiamo che ogni struttura economica di qualità è un valore per il territorio. Di pari passo dobbiamo, rischiando di essere noiosi, insistere sul fatto che, pur avvicendandosi le Amministrazioni e i Consigli di Amministrazione, molti problemi rimangono irrisolti: l’Elba è sporca, mal tenuta e carente nei servizi pubblici. Si promuove infatti un’isola per la sua bellezza e poi cosa trovano i turisti quando arrivano? Strade e vie sporche, cattivo odore dappertutto, spiagge mal tenute, prive di servizi e anche privatizzate, carenza di parcheggi e mezzi di trasporto alternativi, segnaletica fatiscente e così via. La cura del territorio è il primo biglietto da visita che presentiamo ai nostri ospiti e rientra a pieno titolo in quell’offerta turistica complessa che contribuisce, al pari del servizio degli operatori turistici veri e propri, ad elevare il grado di soddisfazione dei nostri clienti. Poca attenzione alla cura del territorio, ma anche alla sua valorizzazione. L’esperienza ci dice che, in generale, vi è dagli enti pubblici, ma qualche volta anche dai nostri colleghi, disattenzione o poca collaborazione nella programmazione e organizzazione di eventi di qualità. A questi spesso partecipano attivamente ed economicamente in pochi, ma poi i benefici se li dividono in tanti. Sarebbe molto più logico e produttivo per l’intera Elba se ci fosse più partecipazione, per riuscire almeno una volta a proporre un unico calendario di eventi innovativi e di qualità che, da una parte attirino il turista all’Elba soprattutto nella bassa stagione e dall’altra siano in grado di intrattenere piacevolmente i turisti già presenti. Il tavolo di concertazione sul turismo, che avrebbe dovuto coordinare le iniziative e proporre il rilancio dell’Elba sul mercato del turismo, è fallito. Non per questo dobbiamo però abbandonare gli obiettivi di fondo che ci avevano spinto alla sua costituzione. La materia e la posta in gioco è troppo importante. Dobbiamo riprendere l’idea e fare in modo che sia l’Azienda di Promozione, attraverso il suo Comitato di Indirizzo a cui partecipano gli Enti Locali e le rappresentanze delle Imprese Turistiche, a studiare le strategie per il rilancio economico del settore. Un rilancio che deve interessare l’Elba tutta, incentivando e privilegiando anche le manifestazioni che vedono coinvolte (come più volte espresso anche dall’Assessore Regionale Bramerini) una molteplicità di enti e categorie. L’esempio più calzante è stato l’Elba Patchwork. Per la prima volta si è riusciti a realizzare una manifestazione su cinque comuni in contemporanea, con esposizioni di vere e proprie opere di arte tessile che hanno permesso di valorizzare spazi espositivi e museali, alcuni di grande suggestione e mai utilizzati. Una manifestazione che ha permesso la vendita di specifici pacchetti turistici e che ha determinato l’attenzione della stampa nazionale con circa sessanta uscite su riviste e televisione (I Viaggi di Repubblica, Il Corriere Lavoro del Corriere della Sera, Il Venerdì di Repubblica, Dove, Tuttoturismo, etc.) e ha permesso di portare il nome Elba dagli Stati Uniti al nord Europa fino all’Australia, alla Cina e alla Nuova Zelanda. Dobbiamo far fare un salto di qualità anche alle manifestazioni di prestigio quali Premio Letterario, Festival Musicale, il Rallye Graffiti, perché trovino il giusto risalto sui mass media. Solo così si possono incentivare flussi verso il comprensorio e migliorarne l’immagine. Sono tutte manifestazioni che devono trasformarsi, proprio per la loro valenza, da eventi di intrattenimento ad eventi di promozione dell’Elba. Nel Progetto Speciale Arcipelago Toscano, la Regione invita fortemente i soggetti pubblici e privati a realizzare eventi di qualità e parla chiaramente di “pacchetto di iniziative culturali concordate tra Enti Pubblici e imprese turistiche (…) funzionale al riposizionamento dell’offerta turistica sui vari mercati strategici”. I fondi assegnati all’APT per il 2005 ammontavano a ben 200.000 €, Elba Cup e Festival Musicale a parte, per le quali la Regione stessa ha riservato un finanziamento specifico di importo pressoché uguale a quello stanziato per tutto il resto. Il Progetto Speciale rappresenta pertanto l’occasione per attivare e far funzionare il Comitato Tecnico d’Indirizzo dell’APT affinché si elabori, secondo le indicazioni Regionali, un calendario degli eventi che in base ai requisiti di qualità, di innovazione e di ritorno in termini di immagine ed economici, sia oggetto di finanziamento. Come devono essere sostenute le manifestazioni sportive legate al mare (compresa quella riservata ai Diversamente Abili di Marciana Marina ) o il progetto promosso dall’APT e denominato “Isola Slow” che potrebbe rappresentare una parte inedita della nostra offerta. E’ per questo che la nostra Associazione ha raggiunto un accordo di collaborazione con l’Associazione nazionale Slow Food. Con l’accordo si intende realizzare, anche con la collaborazione dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, stages, masters e corsi di perfezionamento per gli addetti del settore, ma anche dei veri e propri laboratori del gusto e corsi di cucina per gli ospiti e percorsi formativi per gli studenti dell’Istituto alberghiero. Un progetto che va verso la qualificazione della nostra offerta e che può consentirci anche un ritorno promozionale sui mass media. Sono questi i progetti che da anni persegue la nostra Associazione. La valenza di un progetto va valutata proprio in funzione dei molteplici risultati che da esso possiamo ottenere. Ad esempio l’accordo stipulato con Legambiente e con l’Ente Parco ha da una parte permesso a molti albergatori di esternare la loro sensibilità all’ambiente acquisendo il marchio Ecolabel e, dall’altra, si sono ottenute le giuste attenzioni dalla stampa nazionale, che ha dato ampio risalto a questo progetto responsabile ed innovativo,. Pur comprendendo le ragioni che hanno indotto la Regione Toscana ad incentivare l’adozione, da parte delle imprese, dei marchi di qualità, si deve necessariamente osservare che nell’ambito turistico avrebbe più senso un allargamento del progetto a tutti gli attori del turismo. Per le imprese il costo di una certificazione è alquanto oneroso, anche con il sostegno regionale. Si crede realmente che una struttura ricettiva certificata possa qualificare l’offerta complessiva della località, anche se tutto ciò che la circonda è ben al di sotto degli standard minimi della decenza? Sarebbe allora forse più opportuno spingere la certificazione del territorio. Una certificazione di qualità che coinvolga oltre alle strutture ricettive anche gli Enti Pubblici, Parco Nazionale compreso. Una certificazione che obblighi tutti ad agire nell’obiettivo della valorizzazione, della tutela e della gestione dell’ambiente e di un’offerta di servizi qualitativamente accettabili sia per i residenti che per gli ospiti. Con l’aiuto delle Amministrazioni e di tutti gli Enti competenti sul territorio, potremo allora impegnarci nel superare la qualità e scegliere l’eccellenza – che per altro è stata raggiunta da alcuni nostri ecoalberghi segnalati a livello nazionale. Un’eccellenza che premi la caratterizzazione e non la standardizzazione, e che porti gli operatori turistici ad una continua messa in discussione mettendo al centro di ogni scelta il cliente, grazie all’offerta di servizi di qualità, alla trasparenza nelle tariffe, alla tutela della privacy, alla capacità di anticipare le sue aspettative. Un’eccellenza che passi anche dalla valorizzazione delle risorse umane e dalla formazione professionale che deve essere sempre più aggiornata. Per quanto riguarda sempre la qualità del territorio solo un accenno al Piano Socio – Economico della Comunità Montana. Siamo d’accordo sull’”idea forza” che lo sviluppo socio – economico dell’Isola si deve fondare sulla sostenibilità ambientale e sul fatto che si debba puntare alla qualità e all’incentivazione delle produzioni locali. E’ anche vero che occorre qualificare le strutture ricettive, ma non concordiamo affatto che lo sviluppo elbano, come testualmente riportato nel Piano della Comunità Montana, “non dovrà passare solo attraverso il turismo perché non sostenibile in un processo di crescita di medio-lungo periodo”. Ci fa paura questa affermazione. Ma la Comunità Montana crede realmente che l’industria turistica, nel medio periodo, non potrà più sorreggere l’economia isolana ? E al di là della cantieristica e dei porti turistici – il cui sviluppo è fortemente sostenuto - quale potrà essere l’economia futura dell’Elba ? Siamo preoccupati soprattutto dalla convinzione comune di dover sviluppare in modo massiccio, per il rilancio economico, l’attività diportistica realizzando nuovi porti turistici e ampliando oltre misura quelli esistenti, senza curarsi della salvaguardia delle spiagge, bene irrinunciabile. Egregi signori, stiamo ben attenti a non compromettere il nostro mare. E’ l’unica nostra risorsa. Sulla sua qualità poggia la nostra economia. Uno sviluppo squilibrato della diportistica porrebbe fine al Turismo elbano. Dobbiamo organizzare e migliorare i nostri porti naturali ed adeguare e rendere efficienti gli attuali cantieri, salvaguardando la balneazione. Gli amministratori più attenti dovrebbero aver già percepito il pericolo, visto anche le esperienze ed i risultati delle analisi delle acque di balneazione delle nostre spiagge. E non è forse intorno al turismo – che non è solo alberghi – che si muove oggi un po’ tutta l’economia elbana? Attività commerciali, di ristorazione, di balneazione, rent, ingrossi, agenzie di vario genere, etc. quando producono, quando guadagnano? Solo quando la macchina turistica si mette in moto, quando cominciano ad arrivare i turisti e si riaprono le attività e il ciclo – che comprende ricettività, commercio, ristorazione, servizi, etc. – riprende ossigeno. Si sviluppino quindi attività compatibili al turismo e si tuteli questa industria che è pressoché l’unica a dare sostentamento al residente elbano! Di ogni scelta necessita valutare non solo il “costo” in termini ambientali, pur importantissimo, ma anche le ripercussioni economiche legate alla realizzazione di porti di notevoli dimensioni. Quanto il gioco vale la candela ? Siamo invece molto soddisfatti dal fatto che la Comunità Montana abbia mostrato interessamento concreto alla questione dell’aeroporto elbano. Il progetto legato ad ElbaFly ha avuto successo. La cooperativa ha svolto il servizio con Milano, Pisa ed ha aperto la strada per i collegamenti con la Corsica. Il servizio è stato particolarmente apprezzato dai passeggeri, il cui aumento ha permesso anche di abbattere il deficit gestionale. (I diritti aeroportuali versati dalla cooperativa ad Alatoscana, ammontano a circa 26.000 €.) Abbiamo imboccato la giusta strada per mantenere la struttura aeroportuale. Una struttura che, già da domani, deve essere anche al servizio del residente elbano il quale, siamo convinti, nel breve tempo ne percepirà i vantaggi, soprattutto quando all’Elba sarà riconosciuta la Continuità Territoriale . Tale iniziativa va quindi sostenuta. Sostenuta in una sinergia tra pubblico e privato, proprio per la grande valenza di utilità pubblica, sociale ed economica di tale servizio. Quindi nel rilevare l’importanza del concetto della “concertazione”, sottolineiamo che in assenza di precisi e puntuali impegni tra tutte le componenti private e pubbliche, si rischia di vanificare ogni discussione o iniziativa. La nostra Associazione è e rimane sempre disponibile ad ogni confronto. Da Organizzazione responsabile stiamo cercando di colmare alcune nostre lacune. Ad iniziare dalla formazione, creando una apposita agenzia formativa per tutti gli operatori e gli addetti del settore, al fine di qualificare maggiormente le differenti professionalità. Stiamo esaminando e studiando con attenzione il giusto rapporto tra i prezzi e il servizio offerto, mettendo nel contempo in atto un’azione di stimolo verso i nostri soci affinché vengano incrementati e migliorati anche qualitativamente i servizi offerti pur mantenendo contenuti i prezzi. E’ inoltre nostro intendimento garantire anche per i prossimi anni risorse economiche a sostegno delle più importanti iniziative sportive e culturali elbane, dall’Elba Cup, al Festival Musicale, al Premio letterario, al Rallye Graffiti, al Patchwork, per citare solo le più importanti. Sarà, comunque, il nuovo Direttivo che verrà eletto entro il mese di aprile 2006 assieme ai C.d.A. delle nostre cooperative a dare attuazione alle volontà assembleari. Ma posso certamente anticipare che non marcherà, come è nostra prerogativa, il supporto e l’azione propositiva della Categoria verso tutti gli Enti Locali, per offrire un contributo costruttivo alla gestione della nostra isola e della sua economia. Si deve, infatti, superare ogni barriera che divide il mondo politico da quello economico per ritrovare un dialogo costruttivo che possa proiettare l’Elba in un futuro di certezza, stabilità e benessere per tutti.
sole mare rosso ghiaie