Un provvedimento dirigenziale assunto dalla Provincia di Livorno, ma perfettamente in linea con le ultime dichiarazioni dell’assessore Franco Franchini sul problema del contenimento dei suini selvatici all’Isola d’Elba, provocherà con tutta probabilità una discussione nel mondo venatorio ed in quello ambientalista isolano. L’atto è denominato “Autorizzazione interventi straordinari di controllo dei cinghiali all’Isola d’Elba per urgenti motivi di sicurezza pubblica, prevenzione danni e tutela dell’ambiente” rinnova in pratica le misure assunte lo scorso anno. In pratica fino al 31 ottobre 2003 il Comando della Polizia Provinciale a suo insindacabile giudizio potrà disporre l’effettuazione di abbattimenti diretti diurni o notturni con eventuale uso di veicoli, fari e visori notturni. Nelle facoltà della Polizia provinciale anche l’uso di “tecniche della “cerca” diurna e notturna, dell’aspetto o “balzello” con appostamento di uno o più operatori nei luoghi di pastura appositamente predisposti oltre che la tecnica tradizionale della battuta o braccata o quella della “girata” qualora gli interventi ricadano in zone limitrofe o all’interno del Parco” Il provvedimento specifica che la battuta e la girata potranno essere usate attivando i cacciatori abilitati alla caccia di controllo del cinghiale delle squadre di caccia del consorzio “D” Isola d’Elba. C’è infatti da mettere in conto che l’eccezionale “score” degli agenti di Polizia Provinciale del distaccamemento elbano nel 2002, aveva urtato una parte dei cacciatori, quelli che consideravano i 111 capi abbattuti da tre agenti in una trentina di uscite, come una sorta di sottrazione di prede che altrimenti avrebbero successivamente abbattuto le squadre dei “cinghialai”. E’ probabile che se gli agenti fossero indotti ad uscire in maniera più sistematica per tutto il periodo di validità dell’ordinanza, alla fine si conterebbe un numero di capi abbattuti vicino a quello che hanno sommato tutte le squadre isolane con le battute straordinarie nel Parco. E se ciò si verificasse la cosa sarebbe positivamente accolta da chi anche tra le associazioni venatorie ha avuto un atteggiamento responsabile (incassando tra l’altro l’apprezzamento di Franco Franchini), ed ha accettato che occorre contenere il numero dei dannosissimi suini selvatici in un numero embientalmente sostenibile (forse 400, contro i probabili 2000 attualmente in circolazione) ed in determinate zone per l’Elba. Non altrettanto bene crediamo sarà accettato il provvedimento da chi, magari a parole, si dice convinto della necessità di diminuire il numero dei cinghiali, ma che nella sostanza vorrebbe che questa “risorsa venatoria” restasse copiosa e (conseguentemente) di molto agevole cattura.
cinghiale primo piano