Vorrei fare alcune riflessioni nel merito della passata e futura composizione della Giunta del Comune di Portoferraio, a seguito degli attuali cambiamenti provocati dalle dimissioni di due Assessori, Gina Truglio e Renato Vitturi. Mi dispiace che Gina Truglio lasci la carica di Assessore: non posso dire che lasci il “suo” Assessorato, perché a Gina erano state date tantissime deleghe – e le deleghe più difficili da gestire, perché oltre al sociale (che nella sua interezza comprende bambini, giovani, portatori di handicap, anziani, stranieri, dipendenze, etc.) a Gina era stata lasciata anche quella partita così rognosa (che nessuno vuole metterci né mano né bocca) rappresentata dalle “case popolari”… -: per questo mi associo al Sindaco nel definire ingenerose le varie critiche rivolte nel tempo all’Assessore Truglio. Critiche che hanno cominciato a passare di bocca in bocca non appena la Giunta è stata nominata: critiche – o meglio, strali – che quasi mai hanno avuto a che fare con l’operato dell’Assessore, perché hanno sempre riguardato, a più riprese, il suo essere donna e le donne, si sa, ben poco hanno a che fare con la politica. E per questo, alle donne che fanno politica pare si possa dire di tutto e di più. Un tale atteggiamento mi ha fatto tornare in mente quando, ormai 15 anni fa, chiamai l’onorevole Giglia Tedesco a chiudere una festa de l’Unità: Giglia Tedesco era ed è una donna di grande spessore politico e morale, che rivestiva importanti incarichi nell’allora P.C.I., ma era ed è – pur sempre – una donna. E così, i commenti stupiti erano: “Ma ve’, sul palco, l’è ‘na dona!” (per i non emiliani, “Ma guarda, sul palco c’è una donna!”). Naturalmente, il pubblico presente al comizio era molto più scarso del solito… c’era una donna… Non siamo in Emilia, sono passati almeno 15 anni, ma non mi sembra che la situazione sia cambiata, almeno non in meglio. Gina Truglio, prima che Assessore è sempre stata nell’immaginario dei cittadini di Portoferraio una donna, il che in sé è corretto, se di sottofondo non vi fosse nella rimarcazione del genere, non solo un mancato riconoscimento, ma addirittura l’attribuzione di un disvalore. Evidentemente poi, la connotazione di genere colpisce solo le donne perché non si rileva mai che l’Assessore “x” è un uomo: sarà perché la politica continua a rimanere “un affare di uomini”, un affare che gli uomini praticano attraverso specifici codici comportamentali e linguistici. Comunque, a mio parere, a nessun Assessore uomo è stato affidato un carico politico-amministrativo così gravoso… e le critiche – ripeto, assolutamente ingenerose – rivolte all’operato di Gina Truglio non sarebbero mai state rivolte al medesimo operato di un Assessore uomo. Per di più, considerato che in tempi non così tanto remoti, lo slogan “dalle donne la forza delle donne” è stato una bandiera per una intera generazione allora schierata politicamente a sinistra, si coglie la grande solitudine in cui l’Assessore Truglio è stata costretta a muoversi: mi risulta infatti che in tutto il Consiglio Comunale siano solo due le donne, Gina Truglio e Cosetta Pellegrini. Mi immagino che sia difficile per un uomo (e forse anche per diverse donne) capire questo passaggio, ma invito gli uomini che in questo momento mi leggono (se mi leggono) ad immaginarsi sempre circondati da visi femminili (per lo meno i visi che contano…): nei banchi del Consiglio Comunale, nelle tribune politiche in televisione, nei ruoli dirigenziali dei rispettivi lavori, a capo delle testate giornalistiche, … invito gli uomini ad immaginare di crescere figli maschi in un mondo in cui solo le donne contano… è un buone esercizio provare ad immaginare, vestire i panni degli altri… Nel ringraziare Gina per il lavoro svolto, che, nonostante la gravosità e la solitudine, ha continuato a portare avanti, rilevo poi che fra i nomi papabili ai vari Assessorati rimasti “scoperti” vedo un solo nome femminile, quello di Cosetta Pellegrini, che – fra l’altro – da anni lavora nel sociale. A me sarebbe sembrato ovvio che le dimissioni di quell’unica donna in Giunta (Gina Truglio) venissero almeno (!) “recuperate” da un’altra donna in Giunta, ma a quanto pare così non è. Il nome di Cosetta Pellegrini è uno fra i tanti che affiorano: e altri nomi di donne non vengono fuori. Per volontà delle donne? Io non credo, credo piuttosto che alle donne, ancora oggi, in questo paese sottosviluppato che è l’Italia, sia precluso il fare politico. Anche nei luoghi politici in cui per tanto tempo è sventolata quella bandiera, “dalle donne la forza delle donne”: forse sono una nostalgica, ma vorrei che quella bandiera sventolasse ancora, non la voglio vedere mangiata dal vento come le bandiere alle Fortezze. Come cittadina dello Stato Italiano (maschile nel genere, ma femminile nella maggioranza), come donna e come madre di una figlia femmina, ho bisogno di vedermi e di vederci tutte noi rappresentate nella Giunta del Comune in abbiamo residenza. E, con tutta la buona volontà che forse non pare ma ci metto, non mi posso sentire rappresentata da una Giunta composta da soli uomini: di alcuni di questi, come di tanti politici di diverse appartenenze, a volte fatico a capire sia il pensiero che il senso e i modi dell’agire. Forse ci sono altre donne che, come me, non si sentono rappresentate: non lo so, lo immagino e lo chiedo.
gina truglio firme centro giovani