La Alliance dunque se n'è partita dai nostri mari, la salutiamo senza rimpiangerla neanche un po'. Ci lascia, quel battello, oltre che un po' di liquida schifezza di sentina, polemiche più fitte di un banco di posidonia, interrogativi irrisolti ed in buona parte angosciosi, figurette cattedratiche, sputtanamenti clamorosi, bugiette diplomatiche, fughe ingloriose, sbaraccamenti notturni, assenze istituzionali e soprattutto spunti per vederci più chiaro. Sì, perchè se si è potuto alla chetichella fare di un brano di parco nazionale una base militare, allora va ricontrollato ogni metro quadro di Pianosa, ogni atto che la riguarda, ogni concessione radiografando in concessionario e prendendogli le impronte digitali per essere sicuri che sia lui, ogni corrispondenza tra gli scopi dichiarati e quello che fa (o non fa) a Pianosa, ogni presenza umana. Occorre fare esattamente il contrario di quello di che auspicava ieri un prono editoriale: "darsi una regolata", un invito a calare le brache per principio, un "vuosi così colà dove si puote - ciò che si vuole e più non dimandare" in pratica una lezione di giornalismo alla rovescia. Con le nostre scarse forze, con la "sregolatezza" che ci è consentita dal non dover rispondere a munifici sponsor, né a padrini imprenditoriali, politici, istituzionali, con la libertà di non essere trombette di nessuno, ci saremo anche domani, a tentare di far chiarezza su Pianosa e su tutto ciò che si vuole nascondere alla gente dell'Arcipelago; e statene certi, non saremo soli.
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