Torna indietro

La nave resta incagliata, i mezzi della Nato lasciano Pianosa precipitosamente

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 26 luglio 2005

Mentre scriviamo a fine di una concitatissima giornata, ci telefonano per dirci che si sentono ancora pale d'elicottero che battono l'aria in direzione di Pianosa. Due sere fa nel confezionare gli articoli a commento dell'incidente della Alliance e mettendo le mani sul materiale documentativo dei "Kayak" avevamo avuto l'impressione di aver pescato, con i colleghi del Tirreno, qualcosa di grosso e le ore successive ce lo hanno dimostrato. Hanno destato subito molto interesse la strana presenza della base logistica della Nato nell'Isola Piatta, i barchini robot ad avanzatissima tecnogia, i "siluri" capaci di scendere fino a - 6000 metri qui molto credibilmente usati per censire l'ultracensita Posidonia pianosina che a - 100 latita ed altre consimili amenità. Il tutto in un crescendo fino alla giornata di lunedì, quando in una dozzina d'ore abbiamo registrato l'apertura di un'indagine della magistratura, tre interrogazioni parlamentari, una pioggia di note di agenzia, dichiarazioni del Presidente della Regione, del Ministro Matteoli, di Legambiente nazionale e poi la calata in massa dei mezzi di informazione nazionali (Repubblica, Unità, Corriere della Sera, Controradio, Manifesto etc.). A quel punto la Nato ha deciso una frettolosa "ritirata strategica" da Pianosa che si è verificata intorno alle 15 di lunedì. L’ intero equipaggio della Alliance, lo staff scientifico e anche la nave d’appoggio italiana della Nato “Leonardo” hanno lasciato l’isola, portandosi via anche le attrezzature radiocomandate, i barchini oggetto delle rivelazioni e delle curiosità. A coprire il ripiegamento dell'alleanza, in retroguardia, solo l'attestazione scientifica del Prof. Cinelli che si erano studiate le innocue posidonie nel corso della missione (certo chiarissimo professore, non abbiamo dubbi, il problema è che ci piacerebbe sapere cosa si sta studiando e testando OLTRE le Posidonie a Pianosa) Nonostante la foresteria a disposizione della Nato quindi, nessuno è rimasto sul posto e sono state sospese tutte le attività di ricerca. Sparecchiata velocemente l’isola dal convivio scientifico, rimane adesso una calma inusuale per questa stagione. Rimane malinconicamente incagliata nel basso fondale di sabbia di Cala Giovanna la “Alliance”, la nave oceanografica battente bandiera tedesca di proprietà della Nato. A sorvegliarla, in attesa che giungano nella giornata di martedì i tecnici olandesi per predisporre un piano di recupero, soltanto un mezzo della Capitaneria di Porto e una motobarca dei Vigili del Fuoco, giunta da Livorno nella serata tra sabato e domenica. Intorno la cortina di divieto assoluto, per qualsiasi mezzo, di avvicinarsi all’isola. L’Alliance, seriamente danneggiata dall’urto con le secche, con quattro squarci nella parte di prua, due per lato, continua ad imbarcare acqua che viene rigettata all’esterno dal lavoro delle pompe. Scongiurato per ora il pericolo di inquinamento da idrocarburi, le panne poste intorno alla nave sembrano avere neutralizzato gli sversamenti delle pompe di sentina. Al momento siamo più preoccupati per un eventuale inquinamento della verità su cosa si è fatto e si sta realmente facendo a Pianosa.


robot alliance palazzina nato pianosa

robot alliance palazzina nato pianosa