Il 27 Agosto i mezzi di informazione hanno riportato la notizia che il Corpo Forestale dello Stato, il 16 Luglio scorso aveva contestato al Dott. Claudio Saragosa e ad altre persone, l’attracco e la balneazione al Porto Romano di Pianosa nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Il giorno successivo il Dott. Saragosa ha tenuto una conferenza stampa e diffuso un comunicato nel quale sono motivate le circostanze in cui era rimasto coinvolto. Non intendo entrare negli aspetti della vicenda che riguardano direttamente le responsabilità delle persone e delle istituzioni. Queste saranno accertate dagli organi competenti. Mi limito ad esprimere la mia amarezza per quanto accaduto.Non nego che avrei preferito una più puntuale ricostruzione degli avvenimenti, magari evitando di paragonare una multa per divieto di sosta , con un verbale per attracco e bagno al Porto Romano di Pianosa . Una battuta, ma pur sempre un messaggio inopportuno, anche quale responsabile, in quanto Ricercatore al Dipartimento di Urbanistica dell’Università di Firenze, di uno studio architettonico commissionato pochi mesi fa dall’Ente Parco .Dal comunicato del Dott. Saragosa si apprende che la Nave Oceanografica Universitatis , sia nell’estate dell’anno passato, sia in questa è stata impegnata in attività di ricerca e formazione nelle acque dell’Arcipelago Toscano, parte integrante del Santuario Internazionale dei Cetacei “ Pelagos”. La Nave oceanografica Universitatis è un laboratorio scientifico dotato delle più moderne strumentazioni per ricerche marine di proprietà del CoNISMa, il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare al quale partecipano 29 Università italiane ivi comprese quelle Toscane di Firenze, Pisa e Siena. Il Conisma e l’Universitatis , nonostante le serie difficoltà finanziarie e amministrative che oggi sono costretti a vivere, rappresentano strutture di ricerca di eccellenza e di prestigio internazionale, che fra l’altro hanno operato anche in specifici progetti sulle aree marine protette,istituite od in via di istituzione ( www.conisma.it ).La loro attività di ricerca nell’Arcipelago Toscano, ed ancora di più , quella di formazione di studenti del Polo Universitario Grossetano dell’Università di Siena sono operazioni di grande valore, la cui pubblicizzazione non doveva essere lasciata al contesto casuale delle precisazioni di un increscioso incidente di percorso, e delle polemiche politico-mediatiche che lo contornano. Dato il contesto, particolare significato assume l’assurda riservatezza sulle attività scientifiche che in questi ultimi tre anni si sono espletate nelle aree marine del Parco Nazionale e, sopratutto l’uso di una sorta di “ segreto scientifico “ per motivare il diniego di fare chiarezza sulle autorizzazioni rilasciate dall’Ente Parco per la frequentazione delle aree marine a massima protezione dell’Arcipelago Toscano. E’ un atteggiamento incomprensibile e illegittimo in termini sociali e culturali , tenuto conto della “ universalità” che devono avere le acquisizioni di conoscenze sul mondo naturale che ci circonda, e del clima di sospetti che inevitabilmente i “ segreti” tendono a creare con palese nocumento per l’immagine e l’autorevolezza del Parco Nazionale che , nelle attività di educazione civica ed ecologica trova le prime motivazione di esistere . Appare anche un atteggiamento quanto mai miope , tenuto conto della positiva ricaduta che verrebbero ad avere per l’Ente Parco la chiara pubblicizzazione dei programmi e dei risultati scientifici che interessano l’Arcipelago.Il Corso sulle tecniche di monitoraggio dei cetacei tenuto dal Consorzio internazionale ACCOBAMS e dal Dipartimento di Biologia Marina della Università di Genova con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, Regione Toscana, Provincia di Livorno e Comune di Capoliveri , ne è un attuale e chiaro esempio. Auspico soltanto che i dati acquisiti con le crociere dell’ Universitatis , nonché quelle più o meno contemporanee della Alliance , siano usate dal Ministero dell’Ambiente per implementare la documentazione scientifica che , come prescrive la Legge, deve accompagnare l’istituzione delle aree marine protette. Si eviti di scaricare questo atto dovuto sugli Enti che formano la Comunità del Parco.Solo così in tempi brevi, superando la politica degli annunci - che ormai più che ridicoli appaiono patetici - si potrà finalmente perfezionare l’amministrazione delle aree marine già protette dal Parco Nazionale e attivare nei modi previsti dalla legge quel percorso partecipato e serio per proteggere anche il mare dell’Elba e del Giglio.
Nave Universitatis oceanografica