Leggo ormai con una certa nota di rassegnazione, l’ultimo attacco lanciato sugli organi di informazione localiverso le navi da crociera, con particolare riguardo agli oneri che deve pagare la città di Portoferraio e contro le agenzie di viaggi, tra cui quella che rappresento, colpevoli di vendere i tour dell’Isola d’Elba, dirottando così, da Portoferraio, i passeggeri che invece potrebbero passeggiare fra le vie della città portando benefici economici a commercianti e gestori di attività. La cosa che dà spessore (e mi preoccupa!) al ricorrente attacco all’attività crocieristica, finora visto come crociata da parte di alcuni singoli operatori, è che questa volta avviene attraverso un comunicato della Confesercenti che non è un qualsiasi dopolavoro, autoreferenziale e un po’ egoista, ma una importante associazione che raccoglie buona parte degli operatori elbani, nelle diverse specializzazioni e nei diversi rami di attività. Riguardo ai tour, argomento a cui sono maggiormente interessato, vorrei ancora una volta fare chiarezza e fornire alcuni dati certi ed incontrovertibili. Le navi da crociera restano in banchina o in rada, mediamente 9 ore: durante questo lasso di tempo, 3 ore e mezza vengono dedicate alle escursioni, a cui partecipa, tranne che in rari casi, il 40% dei passeggeri a bordo. Da questo consegue che, nelle ore dei tour, Portoferraio può essere visitata dal “solo” 60% dei passeggeri, mentre nelle restanti 5 ore e mezza dalla totalità delle persone a bordo!!! Oltre i tour panoramici in bus, viene sempre previsto anche un walking-tour fra le vie della città di Portoferraio, ma per l’età dei passeggeri, 67 anni di media, unita alla morfologia della città che vede le principali emergenze storico-culturali ubicate nella parte più alta, viene acquistato da non più del 10% delle persone in escursione. Colgo l’occasione per informare che questo tour è spesso oggetto di reclami e commenti negativi, causati da sporcizia per le strade, sacchetti dell’immondizia abbandonati all’esterno delle abitazioni, mancanza di marciapiedi, mancanza di servizi igienici ecc..: tutte ragioni purtroppo obiettive e verificabili che per una località turistica rappresentano un forte deterrente negativo. Sento dire che le crociere non portano benefici all’economia di Portoferraio!! Se così fosse ci domandiamo: · Per quale motivo giornalmente commercianti e gestori di attività ci richiedono la lista degli scali? · Saranno forse vuoti i sacchetti con impresso il marchio dei negozi che vediamo salire a bordo? · Chi sono quei clienti stranieri seduti nei bar e pizzerie della calata, proprio in concomitanza degli scali? Se le domande di cui sopra non necessitano certo di una risposta, mi pare importante informare, perché forse non tutti lo sanno, che sono decine e decine i posti di lavoro di residenti collegati ad ogni singola crociera: anche nello scalo della nave più piccola, sono, infatti, impegnati soggetti diversi, dalle forze dell’ordine agli addetti ai molti servizi: capitaneria di porto, polizia di stato, piloti del porto, agenzia marittima, ormeggiatori, autorità portuale, impresa per posizionamento barriere, vigilanza, welcome-point, agenzia escursioni, guide turistiche, ditte noleggio bus, taxi, musei, C.I.S.S.E., tipografie per stampa opuscoli, ecc. Crediamo che nel bilancio costi-benefici queste persone debbano essere considerate e mi piacerebbe che i nostri compunti e paludati critici ( e già che ci siamo anche i nostri Amministratori!) si ricordassero anche che San Martino, dove sono presenti diverse attività, e da dove transita il 100% delle persone in escursione, fa ancora parte del Comune di Portoferraio malgrado sembri, a chi legge i giornali, che il territorio comunale termini al Ponticello. Per terminare, le crociere comportano certamente alcuni problemi: barriere, posti-auto, ma arrivano principalmente nei periodi di bassa stagione e non sono certo la sola causa dei problemi del centro e non possono nemmeno rappresentarne l’unica soluzione. I problemi del centro storico sono a tutti ben noti, primo fra tutti che Portoferraio, al momento, non ha le caratteristiche di una città turistica: la maggior parte dei negozi è rivolta ad un pubblico locale e piazza Cavour è un esempio palmare di questa nostra convinzione: 2 banche, una farmacia, una ferramenta, alcuni negozi di biancheria intima e perfino un negozio totalmente chiuso da tempo infinito. urbano della città lascia quantomeno a desiderare: invece di fiori troviamo cartelli stradali ad ogni angolo, i vasi di gerani e pitosforo, molto criticati in passato per l’infelice posizionamento che corrompeva la splendida armonia della salita napoleonica, sono rimasti a far brutta mostra di sé, privi di fiori, ahimè, e impreziositi da erbacce incolte e rifiuti colpevolmente abbandonati!! Per non parlare della cultura turistica che non consentirebbe filate di panni stesi in Calata e che invece impedisce di fare musica nei locali dopo la mezzanotte. Certi che non me ne vorrete per lo sfogo.
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