Una montagna di posidonia al margine della spiaggia di Procchio, un telo verde tenta di trattenerla dai mulinelli di vento che la trasportano in tutte le direzioni. Siamo a luglio le “alghe” sono ancora là. Al bar ristorante l’Orizzonte ogni sera offrono ai turisti tramonti speciali. Il sole va ficcarsi dietro le colline di posidonie secche, poi sparisce dietro il mare. Prima al loro posto c’era un campo di beach volley, a disposizione gratuitamente per tutta la spiaggia. I ragazzi giocavano, poi andavano a dissetarsi al bar. Non è un bel vedere, fa da contrasto con la spiaggia ben rastrellata anche nella parte libera, la sabbia bianca corre a mezzaluna sotto l’assalto degli insperati turisti di giugno. Famiglie, e soprattutto proprietari di appartamenti che trascorrono da sempre le vacanze all’Elba. Turisti affezionati che hanno a cuore le sorti del paesaggio. A Spartaia va anche peggio. La piccola spiaggia deve fare i conti con il cemento scriteriato degli anni 60, che ha colato un albergo a pochi metri dal mare. Nella baia si accumulano le posidonie che il mare trasporta sin da Marciana Marina. Anche qui due montagnole a ridosso del noleggio di ombrelloni di Marco Morgantini contendono lo spazio ai bagnanti.. “Qui il discorso è al contrario – ci dice Marco – la posidonia invece che trattenere l’erosione fa da sbarramento alla sabbia che potrebbe accumularsi sulla spiaggia durante le mareggiate”. Antonio Selmi, bagnino a Spartaia dal 1971, ricorda quando la spiaggia era almeno 8-10 metri più larga. Una cartolina in bianco e nero ci restituisce la spiaggia dei nostri nonni. “Le “alghe” ci sono sempre state, e le abbiamo sempre tolte perché ai turisti, pur capendo che non sono rifiuti, non piacciono. Per noi elbani è diverso. Io da ragazzino ci facevo i fortini e mi ci nascondevo.” “All’inizio le posidonie – racconta Antonio - venivano prelevate direttamente dagli stabilimenti termali di San Giovanni e utilizzate per la fabbricazione di shampoo ecologici, poi vennero utilizzate anche per lo strato sottostante il campo da golf dell’Acquabona, dopodiché diventarono rifiuto speciale da conferire in apposite discariche.” A Spartaia hanno iniziato a togliere la posidonia dal mare i primi di maggio, lo stoccaggio deve avvenire in zona demaniale, e la discarica delle “alghe” di Literno è ancora sotto sequestro dall’anno scorso e dopo la raffica di avvisi di garanzia della passata estate il comune di Marciana procede con cautela. Per far fronte all’emergenza l’Esa, di concerto con Regione e Provincia , avrebbe individuato delle discariche in continente. Ma si tratta di una vera e propria assunzione di responsabilità da parte degli enti locali, perché ancora dal Ministero non sono state varate le nuove disposizioni, sollecitate anche da Legambiente, per chiarire meglio le precedenti disposizioni di difficile interpretazione. Il Sindaco Luigi Logi attende di sapere dove possono essere conferite quelle strane dune che punteggiano il litorale sin da Campo all’Aia. Il comune ha dovuto noleggiare i mezzi per la pulizia della spiaggia perché le ditte specializzate non si sono prese la responsabilità di operare in un settore tanto delicato, dove vengono richieste anche licenze per il trattamento dei rifiuti. Per rimuovere le montagnole il comune di Marciana spenderà 250.000 euro.
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