Nei giorni scorsi la Capitaneria di Porto di Portoferraio è intervenuta nello specchio d’acqua davanti alla Zona Umida di Mola ed ha verificato la presenza di circa 150 ormeggi abusivi, provvedendo a togliere le boe di ormeggio. La baia di Mola, sul lato del Comune di Capoliveri, era infatti stata trasformata in un disordinato ricovero di barche e barchette e la costa – Parco Nazionale - in una specie di pattumiera nautica con imbarcazioni abbandonate, sfasciate, trasformate in cassonetti di rifiuti. Anni fa il Comune di Porto Azzurro chiese di realizzare un campo boe di circa 150 posti barca vicino alla spiaggia, sul lato nord del golfo di Mola, LEGAMBIENTE si oppose, ma la proposta fu presentata in una Conferenza dei servizi in Capitaneria e fu respinta per la contrarietà del Parco Nazionale e per l’opposizione proprio del confinante Comune di Capoliveri. Allora si prospettò un campo boe più spostato verso Porto Azzurro e una fascia di mare protetta, ed esclusa all’ormeggio, davanti alla zona umida, poi la cosa non andò avanti. Il 31 maggio, in seguito ad una richiesta del “Club Nautico Capoliveri”, la Giunta del Sindaco Ballerini ha deliberato un “parere di indirizzo per concessione di specchio acqueo ad uso ormeggio ubicato nel Golfo di Mola” finalizzato al riordino delle concessioni Demaniali, quindi si presume non degli ormeggi abusivi. Ma nella stessa delibera di “riordino” si prevedono “ulteriori forme di ormeggio”, menzionando l’istanza del Signor Luciano Geri, Consigliere di Maggioranza e Presidente del Club Nautico, tesa ad ottenere in concessione uno specchio acqueo ad uso ormeggio che il Comune quantifica realizzabile per 121 barche. Di questi ormeggi una dozzina dovrebbero essere destinati alla pubblica utilità (?). La delibera del Comune è sostenuta da una relazione tecnica di un paio di pagine che contiene solo le caratteristiche tecniche delle 121 boe e che recita che verrà realizzato “un sistema di catenarie, ancorate a corpi morti in cemento armato, affossati sul fondo”. Sia la delibera comunale che la relazione, sorvolano completamente sull’impatto ambientale del campo boe e su qualche altra cosetta. Il campo boe dovrebbe sorgere davanti alla Zona Umida di Mola, Sito di Importanza Regionale (SIR) e quindi necessita della Valutazione di Incidenza, cosa di cui la delibera comunale non parla. Le catenarie ed i corpi morti affossati nel fondo interferiranno, crediamo pesantemente, con la prateria di Posidonia oceanica presente nella baia, un habitat marino che è censito come Sito di Importanza Comunitaria (SIC) dell’Unione Europea, e strettamente protetto tanto che si dovrà avviare anche per questo la procedura per la Valutazione di Incidenza. Occorrono inoltre anche il parere ed il nulla-osta del Parco Nazionale che non potrà certo concedere nulla se i documenti presentati si limitano alla povera relazione allegata alla delibera del Comune di Capoliveri. Risulta poi singolare che il Comune dia il via libera ad un campo boe realizzato con catenarie e corpi morti quando su un fondale simile sarebbe certamente meno impattante la tecnica ormai sperimentata del posizionamento di perni infissi sul fondo, tecnica efficace e di uso comune, in presenza di Posidonia, nei paesi civili. Non si comprende poi come questo campo boe di 121 posti barca sia in relazione con gli strumenti urbanistici vigenti e con l’approdo turistico per 250 posti barca previsto dal Piano Regionale. Sarebbe opportuno che il Comune di Capoliveri, anche in seguito all’intervento della Capitaneria di Porto, cercasse davvero di mettere ordine a Mola, ma tenendo conto delle procedure, dei vincoli regionali, nazionali ed europei, del Piano Regionale per i Porti e gli Approdi Turistici e della necessità di salvaguardare un’area così delicata e così storicamente maltrattata.
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