FIRENZE “La nostra terra è distrutta e noi, orgogliosi di rappresentare i cittadini dopo libere elezioni, auspichiamo il ritiro dei militari che occupano l’Iraq in modo da darci la possibilità di costruire una società democratica e federale: anche per questo abbiamo bisogno dell’aiuto di una regione amica come la Toscana”. Così El Ekaili, a capo di una delegazione di amministratori recentemente eletti nel Consiglio Provinciale del Dhi Qar che è stata ricevuta questo pomeriggio presso la presidenza della Regione Toscana. Il vicepresidente Federico Gelli con gli assessori Massimo Toschi e Agostino Fragai ha accolto gli ospiti (una ventina, di varie formazioni politiche sciite, eletti lo scorso 30 gennaio nella provincia che ha come capoluogo Nassirya) alcuni dei quli si sono poi recati nell’ospedale fiorentino Meyer, dove in questo momento sono ricoverati, in cura, due piccoli provenienti proprio da Nassirya. Ricca di acque e di petrolio, con importanti giacimenti archeologici che lasciano intravedere interessanti sviluppi anche turistici (in queste terre c’è la tomba del profeta Abramo), la Provincia del Dhi Qar non ha bisogno di aiuti finanziari bensì di sostegno politico e di iniziative di partenariato che servano da volano per la ripresa (“la nostra città, che ha insegnato al mondo la scrittura, oggi non ha scuole e noi intendiamo ricostruire la città nuova sulle rovine della città vecchia”). “In questo primo incontro – sottolinea il vicepresidente Federico Gelli – sono state poste le basi per un proficuo lavoro comune e si è accennato con interesse al possibile ruolo della Toscana per ospitare, anche sulla base dei risultati della Conferenza dei Donatori che si riunirà a Bruxelles il prossimo 23 giugno, una specifica iniziativa dedicata proprio alla ricostruzione di Nassirya e del suo territorio provinciale”. La delegazione degli amministratori iracheni sta concludendo in Toscana una missione di studio sulla realtà istituzionale e politica del nostro Paese. D’intesa con il Ministero degli Affari Esteri e con il FORMEZ, i politici iracheni hanno già visitato Campania e Lazio. Si sono mostrati particolarmente interessati al decentramento regionale e al funzionamento del federalismo. Il capo delegazione iracheno (“Desideriamo che le impronte italiane lasciate nel nostro Paese siano onorevoli”) e gli altri che hanno preso la parola nella sala di rappresentanza di Palazzo Bastogi hanno insistito sulla necessità di un veloce ritiro delle truppe di occupazione nonché sulla forte volontà di dare (“come avete saputo fare voi in Italia dopo la guerra mondiale”) istituzioni forti e democratiche a un Paese oggi distrutto dalla dittatura e dalla guerra.
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