Caro Presidente Ho letto il tuo articolo in risposta alle ultime critiche in ordine alla spedizione al Cafè de Paris, sulla quale, tenuto conto dei numerosi pronunciamenti a favore e contro mi pare inutile sommare sommare una non influente voce. In luogo dei singoli episodi che in quanto singoli si prestano a letture diverse, troverei più utile e gradirei affrontare un ragionamento sulla complessiva politica promozionale di questo territorio così difficile da armonizzare, così rissoso, così venato di campanilismi, consorterie e personalismi che non riesce mai o quasi ad esprimere una politica ed una volontà unitaria e che, nel caso di specie, quello della politica promozionale, finisce per avere cento teste e quindi nessuna testa. Ma non mi pare questo il momento di affrontare un simile tema; quando c'è baruffa è difficile guardare lontano. Devo, se non altro in qualità di più antico giornalista in servizio permanente effettivo e quotidiano della informazione locale, muoverti in amicizia una critica sulla parte del tuo comunicato in cui decidi una sorta di squalifica informativa per i colleghi del Tirreno. Indipendentemente da quanto ingeneroso tu valuti il giudizio espresso da quel giornale sulla vicenda monegasca, indipendentemente da quanto tu ti possa sentire toccato (pure per la tua personale vicenda umana) da alcuni passaggi (come quello della raccolta a favore del reparto di oncologia dell'ospedale), non credo giustificata una decisione così estrema, come tagliare i ponti comunicativi con una testata che svolge un servizio informativo per moltissimi nostri concittadini. Ovvio che quanto vado affermando lo ripeterei a qualsiasi amministratore nei confronti di qualsiasi giornale, poichè penso che le critiche (pure le più immotivate), costituiscano il vero sale della democrazia.