E’ la scrittrice inglese Muriel Spark la vincitrice della 33esima edizione del Premio Letterario Isola d’Elba. Il suo romanzo “Invidia”, pubblicato da Adelphi nel 2004, è risultato il più votato dalla giuria tecnica e polare. Tra i finalisti figuravano Luciano Canfora con il saggio “La Democrazia”, e Milo De Angelis con il “Tema dell’addio”. Il presidente Alberto Brandani così ha presentato l’ottantasettenne autrice inglese: “Muriel Spark attraversa tre secoli, è nata ad Edimburgo che si trovava ad almeno 50 anni di ritardo rispetto a Londra, le sue opere sono una pietra miliare del ‘900, e la ritroviamo con la testa ed il cuore nel 2000.” “Si tratta della massima narratrice vivente”, ha detto di lei Silvia Ronchey, membro della giuria letteraria. Muriel Sarah Camberg è nata ad Edimburgo nel 1918, il suo esordio nella narrativa risale al 1957, con il romanzo The comforters. Il suo romanzo più noto, Gli anni fulgenti di Miss Brodie, uscito nel 1961, è stato oggetto anche di adattamenti teatrali (il primo nel 1966, con Vanessa Redgrave) cinematografici e televisivi. Vive in Italia dal 1967. Dopo un periodo passato a Roma, ora si è stabilita nella campagna toscana, in provincia di Arezzo, presso un’amica scultrice. Nel 1993 è stata nominata 'Dame of the British Empire'. Nel romanzo “Invidia” Muriel Spark ci propone la realtà di una scuola di scrittura e di bon ton, il College Sunrise, in Svizzera. A gestire la scuola è una coppia di intellettuali, Nina e Rowland Mahler. Gli studenti sono quasi tutti grigi e privi di talento, spicca un solo ragazzo, dai capelli rossi: è Chris, affascinante e sfrontato. Sta scrivendo un’ opera storica su Maria Stuarda e gli intrighi che la circondarono. Suscita l’invidia ossessiva di Rowland, un sentimento che sembra quasi condurre il docente alla pazzia. Nella conferenza stampa, tenutasi nella mattina di sabato presso l’Hotel Airone, l’atmosfera è risultata piuttosto fiacca. Scarsa la capacità di coinvolgimento e di motivare la scelta dei giurati. Un discorso letterario assente (chi tra il pubblico non aveva letto il libro non ha ricevuto nessuna informazione supplementare oltre al titolo), un premio letterario che è il fantasma di se stesso, che non ce la fa più a vivere di rendita, nel ricordo degli anni di Eugenio Pampaloni. Soltanto un premio alla carriera, che non sa scommettere o inventare, che non toglie o aggiunge nulla. Svilita la letteratura rimane in piedi l’evento letterario, con le stelline del sabato sera elbano, e le madrine in decolté. Soltanto una manciata di pallets dentro la solita minestra riscaldata.
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