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Spiagge libere-spiagge in concessione: coste insidiate da sporcizia e svendite

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 28 aprile 2005

Rispondendo a Werner Nehls che scriveva a Legambiente definendo in parte sensata la proposta-shock di del ministro Tremonti e che (riferendosi alla situazione elbana) notava tra l'altro lo stato di abbandono e sporcizia delle spiagge "libere", il Portavoce di del Cigno Verde per l'Arcipelago Toscano ha inviato una lettera il cui testo riproduciamo qui di seguito: Caro Werner Da quel che scrivi sembrerebbe che Tremonti (o Berlusconi) sia un amministratore capace... Il problema è che questa proposta (che sembra quella di un film di Totò di vendere la Fontana di Trevi) viene da un Governo che ha proposto di vendere e ha venduto tutto (isole, storia, archeologia, terreni, palazzi storici, coste, che voleva vendersi le miniere dell'Elba e Pianosa) e che l'Italia è andata indietro non avanti. La medicina sembra peggio della malattia, la toppa peggio del buco. Guarda che già oggi le spiagge sono, al 40%, privatizzate e in concessione (come il mare, le boe, i porti turistici), non sembra che il turismo ne abbia tratto molto vantaggio e le montagne di alghe dalle spiagge le puliscono (quando le puliscono) i comuni, non i concessionari! E le autorizzazioni non si possono dare ai privati perchè le "alghe", la Posidonia, sono considerate, appena tolte dalla spiasggia, rifiuti e i privati non possono - e non potranno nemmeno se le spiagge saranno vendute - portare camion di rifiuti in discarica. E' proprio per questo che faremo un convegno sulla Posidonia il 13 maggio, per chiedere un cambiamento del Decreto sui rifiuti e permettere che le alghe siano considerate materiale da compost. Ma è naturale che la posidonia dovrà essere tolta ancora dai Comuni, perchè i costi saranno molto alti e l'operazione di smaltimento seguire precisi protocolli e le alghe dovranno essere setacciate con macchinari speciali per non portare via, insieme alla posidonia, anche un pezzo di spiaggia. Un turismo di qualità è anche un turismo accessibile a tutti e le spiagge sono mie, come tue, come dei balneari, sono dei poveri, dei ricchi e dei mezzo e mezzo, non è facendo pagare o vendendo le spiagge e le coste che si renderà migliore il turismo, forse se privatizziamo completamente le coste poi i padroni vorranno costruirci ancora di più. Sono le spiagge libere, selvagge e di qualità ambientale alta, cioè senza ombrelloni e tiket, che fanno immagine e qualità ambientale. Non ho mai visto una cartolina dove c'è un bello stabilimento balneare o un villaggio turistico. Non sono certo le coste privatizzate ( e ce ne sono, anche all'Elba, privatizzate abusivamente ) che attirano i turisti. Anzi dove le coste sono private (Capo d'Arco, Ortano, Calamita, ecc.) si fa di tutto per non far avvicinare altri turisti, per riservarle solo a padroni e clienti. In questi anni LEGAMBIENTE si è battuta all'Elba per impedire che le spiagge venissero ulteriormente privatizzate (Campo nell'Elba, Reale, Pianosa, ecc.)ed ha denunciato ed impedito abusi e prepotenze, perchè il problema non è privatizzare o meno, il problema è gestire bene un patrimonio pubblico che produce ricchezza per tutti. In quanto all'attività dei diving e alle boe nei punti di immersione, questa proposta di Tremonti non c'entra nulla, quelle iniziative spettano a Comuni e Stato e non ai privati, la proposta di Tremonti riguarda le spiagge e solo le spiagge. Se si privatizzano completamente le spiagge non saranno i cittadini e i turisti a guadagnarci, saranno quelli che tu chiami "la via scura", quelli che hanno già privatizzato gran parte del mare, delle coste e dei campi boe, con giochetti politici e clientele. Tremonti pensa a loro, a favorire i loro interessi ancora di più, non a te o a noi, quando fa la proposta di vendere tutto.


alghe magazzini

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