E’ stata una settimana intensa, per credenti e non, quella che ha catapultato sulle televisioni di tutto il mondo la vita e la morte di Giovanni Paolo II, le sue rivoluzioni, le sue debolezze, la sua straordinaria capacità di comunicare anche con i pochi gesti che i suoi muscoli stanchi gli permettevano di fare. Ci siamo sentiti soli, soprattutto noi che crediamo soltanto nell’aldiquà, perché non riusciamo ad immaginarci il Papa da qualche altra parte, oltre che in televisione. Forse si sente più solo anche Bush, e questo non ci consola affatto. Abbiamo assistito ai tormentoni mediatici, abbiamo persino sopportato le mani mollicce di Bruno Vespa appollaiate l’una sull’altra, pur di continuare a sentir parlare del Papa che non c’è più. E se la televisione confeziona bisogni, adesso non si può fare a meno di desiderare un Papa nuovo. I funerali sono stati straordinari, Roma ha mostrato per giorni tutta la sua particolare grandezza. Si è parlato di uno, due, forse tre milioni di pellegrini che l’hanno visitata in una settimana. Sembra che una cosa così non sia mai avvenuta. Infatti, non avveniva dal 15 febbraio 2003. In quel giorno, in un solo giorno, ci furono forse uno, due, o tre milioni di pellegrini della Pace che invasero nella maniera più massiccia le strade di Roma, che travolsero ogni schema organizzativo, che intasarono viali e metro. Me lo ricordo bene, fu uno dei giorni più sorprendenti della mia vita. Con la gita organizzata da Legambiente riuscimmo, tagliando in maniera spregiudicata il percorso del corteo dei pacifisti, ad arrivare fin sotto il palco in piazza S. Giovanni. L’impresa fu tornare indietro, ci perdemmo tutti, ci ritrovammo la sera ai pullman in periferia, ognuno con storie incredibili da raccontare. Eppure non c’erano i volontari della Protezione Civile ad assisterci, nessuno ci chiese se avevamo sete o freddo, i telefonini andarono in tilt. Eravamo un milione, forse due o tre, ma la Rai fece finta di niente, come Mediaset con le proiezioni delle elezioni regionali di lunedì scorso. Nessuna televisione di regime disse che anche quei pellegrini di pace sostenevano una delle rivoluzioni più grandi e scomode di Giovanni Paolo II. Anche noi, come il Papa, volevamo fermare la mano armata di Bush, quello stesso Bush che con aria contrita sedeva venerdì mattina in prima fila in Vaticano, in mondovisione.
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