Essendo ormai trascorsa la mezzanotte siamo (finalmente) entrati nel giorno che il legislatore ha riservato alla riflessione. Si debbono tacere i candidati ed i partiti, e pure quelli schifosamente partigiani come noi, non soltanto le onestissime vergini dai candidi manti dell'informazione, si debbono astenere da intervenire in una campagna elettorale che è già defunta con apprezzamenti o critiche di chi è in elettoral tenzone. In ossequio al principio narreremo quindi del peccato e non del peccatore. Orbene nel corso della campagna elettorale una forza politica ha organizzato una manifestazione in un locale di Via Manzoni. Fin qui niente di strano, ma intanto chi aveva stilato l'invito, giunto via fax, aveva fatto un po' di confusione ed in luogo del letterato aveva intitolato la Via "Don Minzoni" passando dal letterato dei Promessi Sposi al prete antifascista. Il bello era però che un errore di battitura (speriamo non si trattasse di un lapsus calami) aveva irriverentemente trasformato "Don Minzoni" in "Don Minzioni", che poteva essere interpretato come un soprannome beffardamente dato ad un prelato debole di vescica. Da rilevare comunque che pochissimi minuti dopo, evidentemente accortosi dell'involontariamente comico indirizzo, il mittente del primo fax ne faceva seguire un altro con l'indirizzo corretto. Evidentemente, per usare un'espressione locale e rimanere in ambito diuretico, si era reso conto di "aver pisciato fuori dal vaso".