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A Sciambere del Fava

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 16 marzo 2005

C'è una cosa che supera in pallosità perfino i consigli comunali, le assemblee di condominio e le proiezioni delle foto e dei video di viaggio degli amici: i racconti di vita militare, ce ne rendiamo conto infliggendovene uno, cercheremo di andarci con la mano leggera. Orbene, con le stellette addosso, un casino di anni fa ci capitò, per un fortuitissimo caso, di mettere gli occhi su una cosa che non avremmo mai dovuto vedere: il nostro "Modello I", la scheda informativa compilata dalle solerti forze dell'ordine sui casi nostri e la cui lettura iniziò in una maniera destabilizzante. La prime parole del rapporto erano infatti: "Sergio Rossi detto "il Fava"". La cosa ci perplesse assai, avevamo come tutti qualche soprannome (a parte quello storico familiare di "Tardò"), ma quello così dispregiativo non ci risultava. Più di una volta negli anni successivi ci avevamo ripensato sempre chiedendoci il perchè finché, molti anni dopo chiacchierando con Mario detto Marione di un altro dei nostri amici un po' bizzarro, Mario commentò una sua performance (se non andiamo errati l'aver calciato un sacchetto di immondizia all'interno del quale c'era un ferro da stiro) terminando: "..il fava!" senza cattiveria, a mo' di sfottò. Fu un illuminazione, ci immaginammo gli eventi di qualche anno prima quando l'informatore aveva subdolamente chiesto a Mario con qualche scusa se ci conosceva e lui doveva avere risposto qualcosa tipo: "Lo conosco sì, il Fava.." E quello aveva appuntato (o lo era, non è importante) "Ora ho capito! - esplodemmo - ecco com'è andata!". Mario, curioso come una mardola (martora per gli italiani), voleva sapere a che cosa ci riferivamo, ma non gli dicemmo niente, altrimenti ci avrebbe chiamato "il Fava" per tutta la vita.