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Due pesi (internazionali) e due misure

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 16 marzo 2005

Un paese asiatico, una dittatura con partito unico, invade un altro Stato dopo che il parlamento ha votato una legge che dice che va recuperata quella che era una sua vecchia provincia. Finora non l’avevano fatto solo perché potenze straniere avevano sostenuto il piccolo stato vicino perché molto ricco: E’ proprio per questo che il grande paese vuole riprendersi quel pezzo di terra che considera parte inscindibile della madrepatria. Per far questo, dice, siamo pronti alla guerra. Voi crederete che stia parlando della crisi tra la Cina e la piccola Taiwan, del voto del Parlamento Cinese - 2896 voti a favore e due astensioni! - che autorizzano il potentissimo esercito cinese ad invadere Taiwan – indipendente di fatto da anni – se avrà il coraggio di dichiararsi indipendente davvero. Vi sbagliate, raccontavo solamente quel che è successo tra Iraq e Kuwait, raccontavo che Saddam Hussein invase, anzi dal suo punto di vista si riprese, quella che gli Iraqeni considerano la diciannovesima provincia dell’Iraq: il Kuwait, uno stato fasullo messo su dagli inglesi per controllare il petrolio e consegnato ad una dittatura islamica di sceicchi inventati. Saddam invase il Kuwait, l’America e l’Italia intervennero per riportare la democrazia, dopo 10 anni hanno invaso e occupato l’intero Iraq per trovare inesistenti armi di distruzione di massa e per portare la democrazia, in Iraq naturalmente, non in Kuwait dove la democrazia non c’è ancora a più di dieci anni dalla liberazione. Qualche domanda: se la Cina invaderà Taiwan, l’America e l’Italia cercheranno di liberarla? Gli italiani andranno a far guerra contro la dittatura cinese piena – davvero – di armi di distruzione di massa, con un esercito di milioni di soldati, con qualche centinaio di bombe atomiche? Berlusconi chiederà di esportare la democrazia e la pace anche in Cina? Oppure ne faremo a meno, pensando che gli affari sono affari e la guerra è meglio farla contro i palloni gonfiati (dall’occidente) come Saddam, mica contro i dittatori seri e troppo armati e pericolosi come i comunisti-turbocapitalisti cinesi e un miliardo di esseri umani nazionalisti e incazzati? Come si fa a decidere se una guerra è giusta e se un paese è una dittatura: si contano le bombe atomiche, si contano i soldati, si contano gli affari che si perderebbero, si guarda se è facile o difficile? Ma, come dice Bush e scimmiotta Berlusconi, la democrazia non è un valore universale da esportare anche con la forza? Se siete così ganzi, provate a farlo con la Cina…


Taiwan Formosa Mappa

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