Purtroppo, per problemi di salute, non sono riuscita a partecipare all’incontro che si è svolto lunedì, 7 marzo, presso la Sala Consiliare del Comune di Portoferraio, incontro fortemente voluto da Gina Truglio e da Cosetta Pellegrini al fine di dare (o ridare, visto un passato incontro presso il Comune di Capoliveri, ormai 4 anni fa…) voce alle donne che vivono all’Elba. Al fine anche, mi auguro, di riannodare storie, percorsi, esperienze non sempre positive, distribuite nel tempo e nello spazio, di quante di noi si trovano oggi a vivere in questa realtà. Trovo che in questa realtà, quella elbana, le donne si trovino a vivere con fatica, o, sicuramente, per riprendere vecchi ma non perduti vocaboli, con poco agio… Valga per tutti pensare che i temi che da sempre caratterizzano l’universo femminile, la maternità e i bambini, gli anziani, i disabili, i luoghi di apprendimento e di cura materiale e immateriale, tutti quei fili conduttori che da sempre vengono ricondotti al sociale e quindi alle donne, all’Elba a fatica trovano visibilità e soluzione. La delega al sociale è una bisaccia piena di bisogni, paradossalmente così piena da avere paura ad aprirla: bambini, giovani, tossicodipendenze, portatori di handicap, anziani e, per loro, i loro luoghi, asili nido, scuole, ludoteche, biblioteche, centri giovani, centri per gravi, attività di socializzazione, centri ricreativi, centri anziani… Un universo che in altre realtà è l’epicentro dell’operato delle amministrazioni, all’Elba non assurge ad alcuna dignità, anzi, a volte si suggerisce di risolvere eventuali problemi all’interno delle mura familiari ed eventualmente a pagamento! La storia delle donne in Italia è in gran parte la storia dello stato sociale ed è forse per questo che all’Elba le donne non hanno alcun reale potere e tanto meno rappresentatività. Anche nelle recenti elezioni, indistintamente, le compagini politiche – che pure, scarsamente, candidano donne – non riconoscono poi alle elette competenze e responsabilità: se una rondine non fa primavera, neppure a una donna, sola, si potrà chiedere di modificare equilibri economici, sociali, politici, tutti regolati e determinati al maschile. Paradossalmente il mondo del lavoro – senza esagerare comunque mai… – accoglie e riconosce meglio e più della politica il fare delle donne: ma la politica continua a rimanere “un affare di uomini”. In tutta Italia, ma all’Elba un po’ di più… Questo rimuginavo a letto lunedì pomeriggio: mi ha fatto piacere sapere che sono riuscite ad intervenire all’incontro, nonostante le difficoltà personali e familiari, donne coraggiose come Anna ed Amal, che vivono in Italia, come in Marocco, e quindi da sempre, condizioni di vita precarie e faticose. Mi ha fatto piacere sapere che ci si rivedrà il 22 marzo: in tale occasione spero e conto proprio di esserci: vorrei che fossimo in tante non solo per contarci, ma anche per contare. E… a proposito di contare… il mio 8 marzo è stato riempito dalla tessera n° 500 degli utenti dello Spazio Ragazzi della Biblioteca Foresiana: Spazio Ragazzi e Ragazze, visto che l’utenza anche di quest’anno è per oltre il 60% femminile! Non a caso la tessera n° 500 è di una ragazza ed anche le tre successive di ieri: - in questi soli due mesi del 2005, ben 447 sono stati i libri presi in prestito da bambine e ragazze (a fronte dei 731 complessivi), - in questi soli due mesi del 2005, ben 128 bambine e ragazze sono venute in Biblioteca per accedere al prestito (mediamente hanno letto in due mesi oltre tre libri…) - e tanti, tantissimi, sono i volti nuovi, volti che hanno riempito il mio personalissimo e un po’ deludente 8 marzo elbano. A loro, a tutte queste bimbe (come qui si dice) dedico questo 8 marzo: se lo meritano. Ma l’Elba si merita loro? (NDR per un disguido della posta (elettronica), questo articolo ci è giunto con qualche giorno di ritardo rispetto alla sua stesura, abbiamo comunque deciso di pubblicarlo perchè lo ritenevamo ugualmente significativo)
biblioteca foresiana