Oggi non scherziamo perché non è tempo di scherzi. Mentre stiamo confezionando questo giornale si sta sviluppando uno straordinario evento di cui parleremo in altre parti del nostro giornale, ma si sta consumando anche una vergogna della stessa portata. E’ in atto quella che passerà agli annali come la più grande manifestazione della storia e non solo della storia d’Italia, ed una TV pubblica, pagata dai cittadini, si è rifiutata di darne la diretta, la completa informazione, con la puerile scusa che la visione degli oltre tre milioni di italiani confluiti nella capitale per dire, urlare, cantare il loro NO ALLA GUERRA, potrebbe turbare le coscienze dei parlamentari che saranno chiamati a decidere sull’atteggiamento del nostro paese. Solo dei servi (e servi sciocchi) del potere potevano agire così. Solo dei valletti potevano osare tanto per la preoccupazione, anzi il terrore, di dire con le immagini la verità, e cioè che la maggioranza (ormai è chiaro) degli italiani si riconosce nella Costituzione col suo ripudio della guerra, e non con le idee maturate dal Cavalier Berlusconi in materia. Da questo piccolo giornale, da questa provincia oltremarina d’Italia, protestiamo e dichiariamo tutta la nostra indignazione per il bavaglio imposto ai giornalisti RAI, per questa turpe maniera di non rendere un servizio pubblico, per questa TV DI REGIME, che si sta profilando in un sempre più prossimo orizzonte. Crediamo che i cittadini finanziatori dell’azienda pubblica debbano iniziare a reagire a questo esproprio dell’informazione, a questo uso distorto del loro denaro, alla prepotenza di chi sta facendo della struttura pubblica una specie di NUOVO MINCULPOP al servizio vassallo di una parte politica. E’ urgente, perché l’informazione è il primo gradino della lunga scala della democrazia.