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Il Bilancio del Parco e le promesse

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 10 febbraio 2005

L’accusa dei Verdi Arcipelago Toscano al Commissario del Parco Nazionale di aver approvato un bilancio preventivo 2005 fotocopia dei bilanci preventivi 2003 e 2004 è preoccupante. La notizia dell’assenza nel Bilancio del recupero della zona Umida di Mola tra gli interventi previsti nel 2005 ci lascia interdetti: a noi risulta che i lavori sono stati finanziati e che tutti gli intoppi burocratici sono stati superati, quindi i lavori dovrebbero partire prestissimo. E’ necessario che nella prossima riunione dell'11 febbraio della Comunità del Parco, che evidentemente non si è accorta del ripetersi della cosa negli anni passati, si faccia chiarezza e si analizzi in modo approfondito il bilancio preventivo 2005. Tra i molti interventi promessi dal Commissario, ce n’è uno che Barbetti probabilmente non realizzerà mai, ma che ritorna puntuale ad ogni vigilia di elezioni per la gioia dei cacciatori. Si tratta della revisione dei confini dell’Area Protetta sulla quale, adesso come in passato, si stanno creando, in modo strumentale, infondate aspettative di una massiccia riduzione del Parco. Legambiente auspica da anni una revisione dei perimetri limitata ad alcune particolare aree, facendo entrare nel Parco zone di grande pregio ambientale oggi escluse ed escludendo aree di minor pregio; con la corposa documentazione contenuta nel Piano del Parco riguardante le rarità ed emergenze faunistiche e botaniche, lo si potrà finalmente fare su basi scientifiche certe, niente a che vedere con quanto già proposto dai comuni elbani che vorrebbero fare del Parco un indigeribile ed insensato spezzatino. Di sicuro, vista la recente sentenza della Corte Europea sull'impossibilità di diminuire i livelli di tutela dei Siti di Interesse Comunitario (SIC), il Governo - che quei SIC li ha indicati e richiesti all'Unione Europea - non potrà certo approvare riduzioni del Parco Nazionale a fini venatori, e quindi ridurre le tutele in zone sottoposte alla direttiva Habitat per la protezione dell'avifauna. E non stiamo parlando di aree marginali ma di tutte le isole minori, del versante occidentale dell’Isola d’Elba, ma anche del SIR di Monte Capannello Cima del Monte che ha le stesse tutele anche se per merito della Legge Regionale 56/2000, tutte aree inserite nella Rete Natura 2000. Per dire la verità il Commissario Barbetti nella sua lettera sulla revisione del perimetro del Parco inviata ai Sindaci questa roba dei SIC e ZPS l'aveva anche scritta, ma nessuno ha sembrato farci caso. Si sta vendendo un altro po' di fumo elettorale, un'allucinogeno potente, visto che da una decina d'anni continuano a crederci - o a far finta di crederci - Sindaci di ogni colore e mondo venatorio. Ma il ripetersi di queste cose significa anche che in questi anni il Parco non è stato un punto di riferimento culturale forte, per amministrazioni comunali e singoli cittadini dell’Arcipelago, nella promozione di attività di educazione ambientale, formazione, ricerca scientifica e conservazione di fauna e flora. Un ritardo che pesa, che genera scontri e incomprensioni, e che potrà essere recuperato solo con un Parco Nazionale nel pieno delle sue funzioni e dei suoi poteri.


calata portoferraio panorama 2

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