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Controcopertina: Un viaggio nel prossimo futuro dell'Isola

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 10 febbraio 2005

Elba, Diario XXI, 8-2-2020 Come ormai consolidata consuetudine anticipiamo una sintesi del Rapporto annuale sullo stato dell’isola d’Elba condiviso dalle autorità di governo, dalle associazioni rappresentative delle categorie economiche e dei cittadini. Politica globale. L’allargamento dell’Unione Europea ha richiesto l’utilizzo di molte risorse economiche. I paesi nuovi entrati hanno raggiunto una perfetta integrazione attraverso il sostegno dei paesi del nucleo storico della comunità, come del resto successe per l’unificazione della Germania. La crisi dei paesi dell’Europa occidentale ha favorito l’economia dei paesi emergenti dell’est europeo e della Russia e della Cina. Popolazione. Il calo della popolazione dell’Elba è il fenomeno che ha più colpito in questi ultimi anni. Il basso tasso di natalità e l’aumento dell’aspettativa di vita della popolazione accelerano il fenomeno. Al boom anagrafico della popolazione italiana del dopoguerra corrisponde in questi anni uno “sboom”; assistiamo a una trasformazione generazionale economica e sociale paragonabile a quella del 1968. Pochi giovani si troveranno a occupare uno spazio finora occupato da una generazione molto numerosa ora in via di estinzione. All’Elba, a causa della crisi degli altiforni, il boom demografico è avvenuto negli anni ’70, in ritardo rispetto al resto dell’Italia, e coincide con lo sviluppo del turismo. La popolazione del boom anagrafico è entrata nella terza età e, anche se debolmente, continua a trainare l’economia. Il trasferimento dalle grandi città alla ricerca della qualità della vita ha prodotto all’Elba nuove richieste abitative, una attenzione alla qualità urbanistica e dei servizi alla persona. Altra richiesta abitativa deriva dalla nuova immigrazione dai paesi dell’est europeo e dall’Africa, soprattutto dal Senegal, legato alle vicissitudini dello sbarco degli alleati del 1944 nella seconda guerra mondiale. I gemellaggi con le città napoleoniche e le città dell’est europeo e con il Senegal e con la Tailandia hanno prodotto importanti scambi di popolazione. Il bilancio numerico della popolazione è comunque negativo e, anche in relazione al calo della domanda turistica, l’offerta di abitazioni supera enormemente la domanda. Economia. Il rinnovo del patto sociale sul quale si fonda il sistema pensionistico e il conseguente pensionamento della popolazione nata degli anni ’60 del secolo scorso ha finalmente attivato nuove forze che saranno trainanti . Mancano solo dieci anni per smaltire la famosa gobba delle pensioni. Le attività lavorative saranno ancora per pochi anni orientate ai servizi per gli anziani. Il calo della domanda abitativa e le nuove regole urbanistiche hanno spinto verso la rottamazione del patrimonio abitativo e della rinaturalizzazione delle coste e delle pinete. Lo stesso fenomeno si è visto a partire dagli anni ’80 in Portogallo e dal 2010 in Spagna. Ambiente. L’attivazione di una politica condivisa di conservazione della natura e l’utilizzo sostenibile delle risorse ha consentito all’Elba di evitare la crisi provocata dallo sfruttamento della costa che si è manifestata nelle altre regioni. C’è voluta una sentenza della Corte europea per dirimere il conflitto di competenze tra stato, regione e comunità locale. L’organismo di gestione finalmente ha il pieno sostegno delle amministrazioni locali, delle associazioni rappresentative delle categorie e dei cittadini. Risultati positivi derivano anche dalla politica attiva di manutenzione dei boschi, e dei corsi d’acqua, delle risorse idriche. L’Accordo delle isole napoleoniche Elba e Corsica è stato il motore per la gestione del parco marino e del santuario dei cetacei e degli uccelli migratori. Territorio. L’altro organismo di gestione è quello del territorio urbano, condiviso tra i nove municipi dell’Elba. La riorganizzazione del sistema urbanistico ha portato alla rottamazione delle periferie costruite solo venti anni fa e alla ricostruzione del tessuto urbanistico con piazze, aree pedonali, strade preferenziali per il trasporto pubblico. La realizzazione degli impianti di trattamento delle acque reflue, divenuti obbligatori dal 2006, è stata fatta con ben cinque anni di ritardo su attiva sollecitazione delle associazioni dei turisti ungheresi e rischiando le sanzione della corte europea. Protezione civile. Il gasdotto Algeria, Sardegna, Corsica, Elba, Toscana ha indotto la riduzione dei rischi legati al trasporto navale del petrolio e del gas. Questo dovrebbe scongiurare il verificarsi incidenti come quello accaduto in Galizia alla petroliera Prestige che era diretta in porto toscano. L’espansione delle autostrade costiere ha invece aumentato il traffico navale nord-sud a fianco dell’Elba. Dopo il recente abbordo è diventato obbligatorio per le navi nella rotta nord-sud passare dal canale di Corsica e svolgere frequenti esercitazioni sull’ipotesi di affondamento contemporaneo di due navi passeggeri. Trasporti. L’aeroporto di Marina di Campo ha retto la crisi delle grandi compagnie aeree e lo sviluppo delle compagnie low cost con voli diretti nazionali e con l’est europeo. Il flusso dei turisti cinesi e russi, richiamati dal circuito napoleonico, utilizza lo scalo internazionale di Pisa e di Grosseto e la navetta aerea con l’Elba. Il rinnovamento della flotta di navi che collega l’Elba al continente è stato accelerato dai frequenti incidenti accaduti e dalle norme sull’inquinamento introdotte nel 2008 che hanno messo fuori norma tutte le vecchie navi. Le limitazioni sulla circolazione automobilistica privata introdotte sull’isola hanno limitato la necessità di grandi navi per il trasporto di veicoli favorendo il collegamento con navi passeggeri più piccole e veloci. Ha avuto un grande successo il collegamento passeggeri con il porto di Follonica che consente un accesso diretto alla ferrovia tirrenica e quello tra Portoferraio e Bastia. Il porto di Rio Marina ha consentito di meglio ripartire il carico non più sostenibile da Portoferraio. Le navi dell’ultima generazione hanno risolto il problema della grande onda generata soprattutto nella fase di arresto che come è noto in altri paesi provocò gravi tragedie tra i bagnanti. Il quadruplicamento della ferrovia e i collegamenti ferroviari circolari Pisa, Piombino, Grosseto e viceversa hanno creato un tessuto urbano dei paesi della costa tirrenica; il posizionamento della stazione ferroviaria di Piombino al porto ha favorito l’integrazione dell’Elba nel tessuto urbano. All’Elba il rilancio del trasporto pubblico, favorito dalla nascita della nuova Fabbrica Italiana Autobus e Treni (FIAT), e l’offerta di autovetture a metano in affitto e in condivisione (car sharing) ha consentito di limitare il traffico privato. Istruzione. La palestra pilota di scienze ambientali e gli accordi con i centri universitari e di ricerca internazionale ha focalizzato l’attenzione dell’Elba a livello internazionale, così come il centro dell’Università di Lovanio in Corsica alla Revellata attivo già dagli anni ’90 del secolo scorso. I gemellaggi hanno favorito lo scambio culturale e i viaggi dei giovani, la conoscenza di nuovi posti e l’apprendimento delle lingue straniere. Turismo. L’invecchiamento della popolazione italiana, la presenza di turisti da paesi giovani (est europeo, Cina, India) e la concorrenza di paesi più recentemente organizzati dell’Oceano Indiano e del Mar Rosso e hanno profondamente modificato l’equilibrio della domanda e l’offerta turistica. La catastrofe dello tsunami del 2004 è stato il fattore di crescita e di rinnovamento dell’infrastruttura turistica e di accoglienza dell’area colpita. È interessante notare come quei paesi abbiano intercettato il flusso dei pensionati italiani, che trascorrono lì una lunga parte dell’anno. Nel Mar Rosso gli investimenti turistici italiani, che hanno preso a modello la cementificazione delle coste della Calabria e la Sicilia, intercettano solamente i turisti del fine settimana. Nel Mediterraneo cominciano a essere trainanti la Libia e l’Algeria che dispongono di coste intatte e promuovono una attenta politica dell’ambiente. I paesi del nord del Mediterraneo hanno sostenuto il turismo adottando provvedimenti di emergenza per la salvaguardia dell’ambiente e del territorio. Nelle Baleari hanno finalmente demolito gli scheletri delle costruzioni dell’inizio del secolo che deturpavano la costa, mai finite perché l’offerta superava la domanda. In Sardegna il vincolo paesaggistico che impedisce di costruire a meno di due chilometri dalla costa ha salvato l’isola dalla crisi della domanda turistica e ha permesso di valorizzare l’interno dell’isola. In Corsica è stato esteso a tutta l’isola il parco nazionale che copriva la metà del territorio. Analogo provvedimento adottato all’isola d’Elba è stato accolto positivamente dai nove municipi elbani. La qualità dell’ambiente ha consentito al turismo elbano di contenere la crisi della domanda risentita soprattutto dai comuni della costa toscana, Follonica, San Vincenzo, che avevano proposto una vasta offerta residenziale turistica di buona qualità ma priva di quel “plus” di ambiente e di storia che è in grado di offrire l’Elba. È impressionante come la situazione attuale sia stata sostanzialmente prevista già quindici anni fa nella conferenza “Portoferraio 2020” che si tenne nel 2005 a margine delle iniziative dell’Agenda XXI che ha avviato la pianificazione socio-economica dell’Isola.


elba veduta della costa

elba veduta della costa