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Porto Azzurro, la teleformazione entra nel carcere

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 08 febbraio 2005

La formazione a distanza entra nel carcere. I detenuti della casa di reclusione di Porto Azzurro potranno seguire corsi di formazione professionale attraverso il computer e le nuove tecnologie web messe a disposizione dal progetto Trio. A sancire questa possibilità è il protocollo d’intesa firmato oggi all’interno del carcere dall’assessore all’istruzione, formazione e lavoro Paolo Benesperi e dal provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Massimo De Pascalis. Il progetto Trio, come si ricorderà, è nato per iniziativa della Regione con l’intento di garantire ai i cittadini la possibilità di accedere a percorsi di formazione semplicemenete utilizzando un computer. E’ possibile individuare il settore di interesse e iscriversi al corso prescelto in modo del tutto gratuito. E’ una modalità che favorisce chi abita in zone disagiate, chi non è in grado di spostarsi da casa, chi per vari motivi non può frequentare corsi di tipo tradizionale. E’ il caso dei detenuti che, pur vedendosi riconosciuto il diritto alla formazione, anche per raggiungere l’obiettivo della rieducazione e del reinserimento sociale, sono necessariamente sottoposti a limitazioni. Grazie all’intesa di oggi, che sarà seguita da una più specifica convenzione con il soggetto attuatore di Trio RTI, anche coloro che sono sottoposti a misure detentive potranno, pur con le limitazioni dovute alla loro condizione, usufruire dei corsi in un’aula appositamente allestita all’interno del carcere. L’aula sarà dotata, così come i poli formativi esterni, di 11 computer. Da ciascuna postazione sarà possibile collegarsi, attraverso una rete interna, con un tutor che potrà seguire e orientare gli studenti lungo il percorso. L’intesa firmata oggi prevede, fra l’altro, che possano essere presi accordi per lo sviluppo di eventuali percorsi tematici personalizzati, in relazione a bisogni specifici dell’utenza del carcere, sempre in accordo, ovviamente, con il trattamento cui i detenuti sono sottoposti. Inoltre, se la Regione si impegna a mettere a disposizione del carcere, attraverso il soggetto attuatore, tutto quanto serve a rendere accessibile, in tutta sicurezza, il materiale formativo disponibile, il provveditorato si impegna da parte sua a garantire la diffusione dell’iniziativa all’interno della casa di Porto Azzurro. Sia la Regione che il Provveditorato si impegnano anche a valutare la possibilità di estendere, una volta verificata l’efficacia della sperimentazione, il progetto ad altre realtà penitenziarie della Toscana. “Credo che quello di oggi sia davvero un risultato importante – spiega l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro Paolo Benesperi – la conferma che abbiamo avuto ragione a credere nello strumento della teleformazione. Oltre alla crescita del progetto Trio la nascita di un polo all’interno del carcere dimostra l’efficacia e la duttilità di uno strumento che risponde, prima di tutto, a una logica di garantire al maggior numero di persone possibile l’accesso all’istruzione, in qualunque momento della vita”.


carcere braccio porto azzurro

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