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Quella vignetta cruda

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 01 febbraio 2005

Caro Direttore, leggo frequentemente il Vs. giornale e Vi faccio i miei complimenti per il Vs. lavoro. Un piccolo neo, a mio parere, come in tutti i lavori c'è. Vorrei un suo giudizio spassionato sulla vignetta delle elezioni in Irak. Non le sembra che mettere la foto di un povero bambino inerte e soccorso da un capannello di gente terrorizzata sia fuori luogo. L'Irak è una polveriera dove ci si ammazza per una parola chiamata democrazia. Ci sono tante altre cose da poter inserire in una "vignetta" per poterla rendere incisiva in eguel misura. Non le sembra?. Saluti Luigi Granozio Potrebbe pure sembrarmi, caro lettore, ma la linea di comportamento di questa redazione è tale che le censure sul lavoro degli altri da parte di chi dirige Elbareport sono ridotte realmente ai casi in cui si profila una violazione delle leggi. La responsabilità giuridica del contenuto di tutto il giornale è a norma di legge del Direttore quella etica e politica di chi firma il pezzo (o la vignetta). E i nostri vignettisti (che sono molto bravi, ne sono orgoglioso perché rappresentano uno dei tratti distintivi di Elbareport) molto spesso sono "ruvidi", ma mai scontati ed idioti. Quella vignetta signor Granozio ha fatto sobbalzare anche me, era un cazzotto nello stomaco, ma non ho come in altre (molto rare occasioni) consigliato a Beneforti di stemperarla. Perchè? Perchè mi sono ritrovato a pensare che giustificava la sua presenza in pagina la possibilità che anche ad un solo lettore quell'immagine cruda servisse a prendere coscienza per un secondo che i bambini assassinati da questa guerra (bombe "democratiche" e terroriste non sono differenti nell'uccidere) non sono un freddo numero biascicato da un conduttore di telegiornale, ma "umanità". La ringrazio per l'attenzione che ci ha riservato.


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