Nella prima parte di questo articolo (pubblicata nel n.702 di Elbareport del 18 gennaio 2005) abbiamo parlato dei possibili scenari riguardanti uno degli aspetti centrali delle future scelte urbanistiche di Portoferraio, quello legato alla grande distribuzione commerciale. Oggi, dopo l'ultima seduta del Consiglio comunale, il regolamento urbanistico Ageno-Maltinti appartiene al passato, annullato “per autotutela” dal voto della sola maggioranza di centrosinistra. L'opposizione, legata all'esperienza amministrativa Ageno-Fuochi, ha preferito infatti abbandonare l'aula senza partecipare al voto. E' stata scelta la dura strada dell'annullamento rinunciando ad ogni ipotesi di salvare parti più o meno consistenti della vecchia normativa. Ma il Sindaco ha dimostrato che questa era l'unica strada possibile, viste le gravissime illegittimità contenute nel “capolavoro” maltintiano. L'intero, composito gruppo di maggioranza lo ha convintamente sostenuto. Eppure, qualcuno fino a pochi mesi fa andava sostenendo la necessità di un atteggiamento più prudente, più conciliante verso le parti meno controverse del vecchio strumento urbanistico. Conversioni sulla “via di Damasco”. Adesso si riparte da zero (o quasi) e se questo lascia le mani libere ai nuovi amministratori per una programmazione territoriale moderna e compatibile e a una struttura normativa finalmente chiara e non ambigua, è altrettanto vero che possono anche riaprirsi vecchi appetiti, magari insoddisfatti dalla precedente amministrazione. Ricordiamo infatti che fu proprio Giovanni Ageno a denunciare in Consiglio comunale che in passato alcuni progettisti avevano sviluppato, secondo lui, parte del loro lavoro troppo in accordo con “certi studi professionali”. Successivamente, sempre in tema di urbanistica, lo stesso ex Sindaco denunciò sulla stampa di “avere contro la massoneria”. Non sappiamo se si trattasse di tentativi di depistaggio, ma sicuramente le scelte fatte nel regolamento urbanistico Maltinti quache deluso “eccellente” lo avevano generato. Ci chiedevamo come le “forze reali” del tessuto economico cercheranno di indirizzare le scelte urbanistiche. Dopo averlo fatto per la grande distribuzione, proviamo a ragionare sui grandi interessi edilizi-immobiliari e chiediamoci anche in questo caso cosa c'è in ballo. Percorrere l'asse Via Carducci-Via Manganaro-Via della Cementeria consente di “bordeggiare” tra interessi di milioni e milioni di euro. L' ex Acit, il capannone già adibito a deposito dei bus, è destinato da anni ad un c.d. “recupero”, oltre 8.500 metri cubi di uffici, fondi commerciali e abitazioni private. Il tutto senza parcheggi “a vista”, ma solo un improbabile garage sotterraneo di due piani in una delle zone più allagate della città. Un'ipotesi che non avrebbe niente da invidiare all'ecomostro di Procchio. La proprietà sarebbe di una società facente capo ad un imprenditore non elbano, già protagonista del discusso recupero del comprensorio ex Edilegno (le due palazzine tra Via Manganaro e la zona scolastica, una completata e una ancora da terminare) operazione durante la quale viene commesso un abuso edilizio. Per sanarlo si rese necessario un c.d. “progetto a sanatoria” per l'edificio oggi occupato da alcune attività economiche e appartamenti venduti a carissimo prezzo. Quando la commissione edilizia integrata effettuò il sopralluogo, sul cantiere trovò il redattore del progetto, l'Ingegner Uberto Coppetelli, poi scomparso in circostanze tutt'altro che chiare, ma salito agli onori delle cronache per essere la mente delle avventure immobiliari dei Prefetti Gallitto e Pesce a Cavo e Procchio. Tornando all'ex Acit, non è difficile calcolare in 6/7 milioni di euro il valore dell'affare in ballo. Proprio di fronte abbiamo la grande area antistante l'ospedale, in buona parte di proprietà della ditta Sales (Colle Reciso). Terreno edificabile, secondo il Piano Maltinti, e quindi di grande valore. In ipotesi, da permutare con la zona ex macelli. Ageno bloccò la permuta per “sopraggiunta” scarsa convenienza per il Comune. Appunto la zona ex Macelli è un'altra area interamente di proprietà comunale su cui ogni scelta andrebbe ponderata accuratamente. C'è poi la storica vicenda del fabbricato del cinema Pietri, 9.000 metri cubi da destinare a uffici e appartamenti privati. Un affare incredibile, con incredibili ipotesi riguardo la collocazione del nuovo fabbricato, a forma di “U”, tra l'attuale, il Conad di Piazza Pietri e Via Manganaro. E i parcheggi? La proprietà li vorrebbe dal Comune. La sciagurata idea di qualche vecchia volpe propone invece di destinare l'area di fronte l'ospedale a parcheggio per l'ex Pietri e l'ex Acit. Si avrebbe così un incremento enorme del carico di traffico sulla zona con l'unica area destinabile a parcheggio pubblico regalata alla speculazione privata. Niente male davvero! Poco più avanti siamo ormai in zona “ex Cementeria”, ma qui ogni scelta passata, presente o futura è legata ai destini della progettazione delle aree portuali, della quale ci occuperemo nella terza parte di questo articolo. Tornando indietro verso il Centro, si incontra invece l'ipotesi incredibile di costruire un parcheggio sotterraneo sotto, o meglio, al posto di Piazza Virgilio. L'operazione non avrebbe alcun interesse pubblico (come d'altronde quella dell'ex Acit), ma servirebbe a completare l'operazione immobiliare del recupero delle Altesi (per capirsi, del vecchio Casino). Anche se è difficile immaginarlo, infatti, per consentire ai privati di portare a termine la costruzione di alcuni lussuosi appartamenti in Via della Regina l'Amministrazione Ageno concesse i parcheggi necessari al rispetto degli standard urbanistici in Piazza Virgilio, distante non poco dalle suddette abitazioni. Ma c'era un problema: un'altra giunta negli anni '90 aveva già “impegnato” la popolosa piazza per il rispetto degli standard necessari alla ristrutturazione di un hotel situato alle Ghiaie. Non restava quindi che prevedere l'uso del sottosuolo. Forse per la prossima speculazione in Piazza Virgilio non resterà che pensare ad un parcheggio sospeso in aria. Interessi enormi in ballo, operazioni immobiliari private senza alcuna nuova infrastruttura e senza adeguamento (del resto impossibile) della viabilità. Il tutto in un'area già fortemente compromessa per ciò che concerne traffico, inquinamento e soprattutto vivibilità. Tutto però con grande gioia dei soliti noti. Per il parcheggio di Piazza Virgilio, il recupero delle Altesi, e l'operazione ex Acit un solo studio tecnico, sempre il solito. (fine della seconda parte-segue)
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Portoferraio Panorama da Monte Maolo