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L'Europa contesta la nostra politica ambientale

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 19 gennaio 2005

Sono 15 i procedimenti di infrazione alla normativa europea sulla protezione ambientale: dal trattamento delle acque reflue all'inquinamento atmosferico. Per 10 di queste violazioni il Belpaese è stato già deferito alla Corte di Giustizia L'Italia è finita nel mirino di Bruxelles che ha deciso di portare avanti nei suoi confronti 15 procedimenti di infrazione alla normativa europea sulla protezione dell'ambiente. La commissione europea accusa Roma di aver violato le regole comunitarie in materia di «trattamento delle acque reflue, emissioni industriali, prevenzione degli incidenti industriali, valutazioni di impatto ambientale». Ma anche per «la conservazione di importanti habitat naturali, protezione di risorse idriche, controllo dell'inquinamento atmosferico, scambio delle quote di emissioni e gestione dei giardini zoologici». Alcune di queste infrazioni riguardano anche l'Arcipelago Toscano: si pensi solo alle acque reflue ed alla loro mancata depurazione, alle richieste di eliminare dal Parco Siti di Interesse Comunitario e alla episodica valutazione dell'impatto ambientale spesso superata da Conferenze dei Servizi o da interventi del Governo, come nel caso della Miniera di Marciana, oppure ai SIC e Zone di Protezione Speciale ignorati nei Piani Strutturali, ed è evidente che le Istituzioni Nazionali e locali dovranno tenerne conto, anche perchè fanno seguito ad una importante sentenza della Corte di Giustizia Europea che impone la Valutazione di Incidenza per qualsiasi intervento o modifica nei SIC come quello di Monte Capanne-Enfola. Per dieci di queste violazioni l'Italia è stata deferita alla Corte di giustizia dell'Ue. In altri due casi Bruxelles l'ha invitata a rispettare precedenti sentenze della Corte, «per evitare di incorrere in gravi sanzioni pecuniarie». Il commissario europeo all'Ambiente, il greco Stavros Dimas, ha invitato le autorità «a migliorare l'attuazione delle normative». E si è detto anche «preoccupato che l'Italia non abbia ancora attuato la direttiva Ue sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento, per il controllo delle emissioni industriali». “Errare è umano ma perseverare è diabolico”. E’ lapidario Roberto Della Seta, presidente di Legambiente, nel commentare la notizia che vede il nostro paese oggetto di numerose azioni legali della Commissione per violazioni della normativa ambientale. “Lo abbiamo ribadito più volte – continua la nota dell’associazione - che l’assoluta disattenzione con la quale questo Governo gestisce la politiche ambientali, non solo ci fa screditare di fronte all’intera Comunità Europea, ma ha recato e continua a farlo, gravi danni sia all’ambiente che all’economia dell’intero paese. Le normative che la Ue impone sono tutt’altro che marginali e non possono essere trattate come materia di poco conto. Confidiamo – conclude Della Seta - che questo ennesimo intervento della Comunità Europea faccia capire al Governo che i tempi sono davvero scaduti”.


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