Una partecipazione misurata all’incontro organizzato dal PD con Ermete Realacci, Silvia Velo ed il candidato al Senato Mirko Lami. Nel piovoso pomeriggio di giovedì si sono date appuntamento nella sala della Provincia circa una quarantina di persone, presenti comunque i rappresentanti delle amministrazioni di centrosinistra dell’Elba. Dopo un excursus veloce sui punti generali del programma di Veltroni, sicurezza sui posti di lavoro, crescita economica e diminuzione della spesa pubblica, i candidati si sono espressi sui temi “caldi” riguardanti la politica locale: ambiente e legge sui piccoli comuni. “Non siamo a favore della chiusura dei comuni più piccoli – ha sottolineato Realacci – ma di una razionalizzazione dei servizi. L’identità comunale è una ricchezza peculiare dell’Italia, non è soltanto il nostro passato ma anche la scommessa per il futuro”. Il parco non dovrà essere un’identità astratta. “Deve essere un parco all’italiana – continua Realacci - con il consolidamento del rapporto uomo-natura che dura da secoli. Pensate a cosa sarebbe il parco delle Cinque Terre se togliessimo la presenza ed il lavoro delle persone, laggiù la bellezza è figlia della fatica umana, e gli uomini con il parco continuano ad avere reddito ed orgoglio. Anche il parco dell’Arcipelago deve essere vissuto come un progetto condiviso dai cittadini. I vincoli non devono essere visti come ostacoli, ma come una scommessa per il futuro”. Poi l’ex leader di Legambiente ha risposto ad alcune domande dei giornalisti. Sulla questione dei fanghi di Piombino ha dichiarato: “Vigileremo affinché tutto si svolga nel pieno rispetto del rigore ambientale”. Alla domanda: “l’urbanistica elbana costituisce una minaccia per l’isola?” Realacci ha risposto “Eccome, ma non solo per l’Elba”, poi la nave in partenza fornisce un inappuntabile motivo per sottrarsi ad una risposta più articolata e ad altre domande dirette in buona parte tese a verificare la "coerenza ambientalista" delle gestioni comunali in cui il PD è impegnato all'Elba. Il numero di cellulare gentilmente concesso dall’addetta stampa stempera però l’adrenalina derivante all’intervista “a caldo”. Silvia Velo, Ermete Realacci e Mirko Lami, lavoratore della Lucchini di Piombino e da 22 anni delegato sindacale per la sicurezza del lavoro, hanno fornito una giustificazione più raffinatamente politica del cosiddetto “maanchismo veltroniano” coniato dalla satira televisiva. “Io voglio discutere con Calearo (presidente nazionale della Federmeccanica e dell’Associazione industriali della provincia di Vicenza, oltreché ideologo dello "sciopero fiscale" ndr)- ha detto Lami - perché le cose si risolvono mettendosi tutti intorno ad un tavolo, è questa l’idea del PD: trovare una soluzione valida per le diverse rappresentanze all’interno dello stesso partito”. Ci è parso però di cogliere una contraddizione già all’interno del trio elettorale in missione elbana. Se Silvia Velo ha parlato infatti della necessità di una crescita economica, sostenibile per l’ambiente, come prerogativa del rafforzamento dello stato sociale, Realacci ha individuato nella disparità della distribuzione delle ricchezze (tra Nord e Sud, tra i diversi lavoratori) il male socio-economico italiano: “Abbiamo regioni che da sole hanno un reddito pro-capite pari a quello delle nazioni scandinave, ed altre molto più povere” ha detto l’esponente di Legambiente. Crescita o redistribuzione? La differenza non è di poco conto, anche perché il ragionamento si cala in un contesto come quello elbano in cui gli ambientalisti ravvisano e da tempo la vetustà della formula dello "sviluppo compatibile e/o sostenibile", proponendo in alternativa il "decremento antropico-incremento qualitativo" come nuova rotta per le politiche insulari.
Ermete Realacci