Sia pure in questa repubblica delle bandane se uno andasse dal commercialista il quale, rilevata la scarsa fortuna delle vicende aziendali, fornisse il professionale consiglio al sofferente di munirsi si un revolver e compiere una rapina in banca terminando: "tanto prima o poi c'è l'amnistia", il mal consigliato avrebbe più di una ragione per chiamare il 112 perchè nei confronti del fraudolento consigliere si optasse per le manette o la camicia di forza. Non comprendiamo perchè invece appaia così frequentemente normale, che pareri tecnici su altri fronti, come quelli del diritto (e spesso rovescio) ad edificare, terminino pacificamente con un "tanto prima o poi c'è un condono". Che tradotto nella nuova etica dell'Italia berluscona sta a significare: osservare la legge è da polli, sbattesela sulla fava (trad. non tenerla in debito conto) da furbi. Questa sentenza della Cassazione di cui abbiamo parlato in apertura di giornale (secondo la quale l'Isola è "incondonabile") apre però qualche interessante spiraglio di luce per la martoriatissima (o mardolatissima?) certezza del diritto urbanistico elbano. In estrema veliera sintesi potrebbe darsi che una volta tanto i furbi di ogni varietà cromaticva potrebbero averlo preso di poppa. Ci vien che ridere.