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A Sciambere degli estremisti di centro

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 14 gennaio 2005

C'era una teoria molto diffusa qualche anno fa quella degli "opposti estremismi" che si rifaceva ad una visione un poco circolare del pensiero politico, secondo la quale i più radicali interpreti delle idee della sinistra ed i loro dirimpettai della destra, assumendo posizioni sempre più distanti dalla mediazione e dal centro finivano paradossalmente per avvicinarsi. Era un ragionamento intriso di poche cognizioni storiche, scarsa cultura e limitati strumenti critici, ma che tornava molto utile per magnificare lo stare in mezzo della classe politica democristiana dominante in quel periodo. Ciò anche perchè di estremista (rosso o nero) si dava ad ogni piè sospinto non solo per dirla con guccini "ai pazzi giacobini dell'odio e del terrore - ai manichei che ti urlano o con noi o traditore" ma anche a coloro che interpretavano con coerenza giudicata eccessiva la loro filosofia. Comunque gli estremismi erano due: rosso e nero, di sinistra e di destra. Ma che cosa caratterizzava in realtà l'estremismo vero? Intanto i numeri limitati di coloro che vi militavano, poi una visione settaria del mondo politico, e la convinzione dell'aver comunque ragione che invece per citare un altro cantautore (Finardi) "non è un dogma statico né una religione" (assessore esca pure a prendere aria la comprendiamo). Viste però le ultime vicende italiane e locali iniziamo a pensare che le vecchie categorie non vadano più bene o almeno non siano più sufficienti a comprendere tutti gli estremismi possibili, c'è lo scellerato estremismo liberista del Cavaliere, c'è l'estremismo campanilista legaiolo etc. Ma c'è pure un mostro: una contraddizione semantica (sì consigliere segua pure l'assessore) l'estremismo di centro. Ne è preda soprattutto la frazione (ancorchè maggioritaria) dei DS che si ispira al riformismo e che è sul punto di assumere fuori tempo Massimo (D'Alema) le gramaglie vedovili dello scomparso bettino. Anche qui all'Elba ed a Portoferraio non c'è un'occasione che sia una in cui gli esponenti riformisti non prendano così velocemente la rincorsa verso il centro da scavalcare la Margherita e da ritrovarsi a frenare ben oltre le posizioni di Forza Italia. Questa vicenda della Sales e di Colle Reciso è una cartina di tornasole. L'imprenditore se ne viene tomo-tomo cacchio-cacchio. avrebbe detto Totò a chiedere di sfasciare Colle Reciso per altri venti anni, qualcuno s'incazza, qualche altro cerca di mediare, ma chi parte dall'interno del centro(si fa per dire)sinistra, di Portoferraio in soccorso del padrone? Non c'è bisogno di dirlo: gli estremisti di centro. Sappiamo per certo che la stragrande maggioranza dei portoferraiesi vede quella cava come il fumo negli occhi, e non escludiamo che contro l'ipotesi di una concessione imprudente si possa creare un fortissimo movimento di protesta. Se ciò accadrà questa volta i DS con correranno, come accadde in altre recenti occasioni, il rischio di essere in coda ai cortei, ma quello di stare dalla parte opposta, sull'altra sponda.


perplesso

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