La notizia dell'avvenuta costituzione del nuovo ente a carattere regionale che, potendo contare su un'organizzazione di prim'ordine, si prendesse cura anche del servizio idrico dell'Isola d'Elba, ha destato grande interesse avendo fatto intravedere come imminente la fine dei gravi disservizi di cui esso soffre. Ben diversa è l'opinione che si può trarre dall'esame del programma di interventi in base al quale detto ente conta di raggiungere tale ambizioso e determinante risultato, programma visibile nel sito internet "http/www.ato5acqua.toscana.it/" e che, non essendo a tutt'oggi mai stato assoggettato a rettifiche o smentite deve ritenersi valido e veritiero. Se ne ricava, in maniera inequivocabile, che, nel prendere decisioni così importanti per il futuro della bellissima Isola, sono stati del tutto ignorati gli elementi che la caratterizzano profondamente, e che richiederebbero invece soluzioni uniche, particolari, adatte al singolarissimo ambiente. I risultati che ne deriveranno saranno, a mio avviso, disastrosi. Nel programma, innanzitutto, si continua a far dipendere, tramite il previsto potenziamento o rifacimento della condotta sottomarina, l'alimentazione idrica dell'Isola dalle forniture della Val di Cornia e tutto ciò pur essendo ben note le precarie condizioni in cui versa tale zona in fatto di qualità e quantità dell'acqua emungibile così come sono ben noti i rischi ed i costi di esercizio della lunghissima condotta sottomarina che la collega all'Isola. Un'altra grave mancanza è insita nell'ignorare che all'Elba durante il periodo invernale piove tantissima acqua la quale, sempre a causa delle citate caratteristiche morfologiche del territorio e soprattutto della sua esiguità, si scarica inutilizzata a mare essendo modestissimo il quantitativo che viene naturalmente immagazzinato nelle falde sotterranee isolane. Ebbene tra le opere in progetto non ne figura alcuna atta all'accumulo di tali acque evitando di fatto l'intervento che meglio di ogni altro si presta a risolvere il problema idrico dell'Isola e cioè la raccolta e conservazione delle acque d'inverno per coprire le punte di consumo estive. Si prevede invece il potenziamento delle fonti locali e sopratutto la costruzione di nuovi pozzi dimenticando che le falde dell''isola sono alimentate da un bacino imbrifero troppo piccolo per offrire le necessarie garanzie e che, apparentemente ricche d'acqua, in realtà le falde stesse si esauriranno al primo sopraggiungere dei periodi estivi particolarmente siccitosi venendo così completamente a mancare lo scopo per cui verranno realizzati. D'altro canto, se per risolvere il problema idrico elbano fosse stata sufficiente la costruzione dei pozzi così come imprudentemente viene ora previsto, perché mai a suo tempo i responsabili del servizio idrico avrebbero optato per la costosissima condotta sottomarina e per il molto più oneroso collegamento con le fonti del continente? La ragione è evidentemente quella suddetta e cioè l'assoluta inaffidabilità delle fonti locali essendo alimentate da un bacino imbrifero quasi inesistente come è quello della relativamente piccola isola d'Elba. Infine un altro problema: la piaga delle perdite occulte che provoca la dispersione nel sottosuolo dell'isola di enormi volumi della preziosa acqua. Nel programma si fa intendere come la risoluzione di tale annoso problema sia affidata al rifacimento delle condotte vetuste ed infatti è prevista la ricostruzione di ben l'ottanta per cento del totale oggi esistente. Non si fa alcun accenno alla eliminazione della vera causa delle rilevanti perdite occulte degli acquedotti elbani e cioè la anomala pressione di esercizio delle reti acquedottistiche dovuta alla accidentalità del territorio. Senza una accurata regolazione della pressione di funzionamento, peraltro non facile all'Elba, le perdite continueranno a sussistere in modo eccessivo anche a condotte rifatte nel mentre la sua adozione anche se attuata nelle tubazioni oggi esistenti, produrrebbe una immediata e drastica riduzione dell'oneroso fenomeno. Ho cercato di descrivere il più brevemente possibile la complicata situazione degli acquedotti elbani cercando di far capire come, stando ai programmi dell'ente ora responsabile del rifornimento idropotabile e resi noti dall'ente stesso, non risulterà affatto risolto lo stato di grave crisi in cui versano, in quanto non viene proposto nulla di nuovo, nulla di particolarmente adatto alle particolarissime caratteristiche del, per altri versi, bellissimo territorio elbano, ma sono invece ricalcati vecchi errori. Così non sarebbe se l'Ente stesso avesse fatte sue, verificandone accuratamente la validità, alcune delle molte proposte innovative e specificatamente adatte al territorio che sono state ripetutamente avanzate da tecnici locali ed esterni tra le quali cito anche quella del sottoscritto visibile nel sito internet http:/altratecnica.3000.it e consistente nella costruzione di un grande serbatoio sotterraneo.
rubinetto acqua