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Un sogno chiamato canile

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 11 febbraio 2003

In occasione della Assemblea di domenica scorsa della Associazione animalista "I ragazzi del Canile", il presidente uscente, Michele Alessi, ha presentato la relazione sulle attività dell'anno appena terminato: "Abbiamo sempre convissuto con la minaccia di sgombero degli ex macelli, da sempre avevamo la consapevolezza che quell’area non era destinata ad ospitare un canile. Per questo da sempre sollecitiamo la realizzazione di una nuova struttura. Per questo parallelamente alla gestione del canile di via Manganaro, abbiamo sempre seguito da vicino il progetto di San Martino. Ma i nostri amministratori non solo hanno chiuso quella che, per quanto precaria ed inadeguata, era l’unica struttura sull’Isola ad accogliere randagi; hanno deciso anche di non cominciare mai i lavori per la costruzione del nuovo canile, nonostante il progetto fosse stato approvato e la concessione edilizia rilasciata dallo stesso Comune. Lo spettro dello sgombero è sempre stato presente tra di noi e tra le rovine degli ex macelli, ma sarebbe stato difficile immaginare di vivere un’esperienza come quella dello scorso ottobre. In quei dodici giorni di resistenza, Portoferraio ha visto scrivere una delle più significative, più belle e più sofferte pagine della sua storia sociale e politica. Una pagina che racconta della gratuità dell’impegno civile nella difesa dei diritti dei più deboli e della solidarietà di molti cittadini che hanno sostenuto in tanti modi una giusta causa. Ma racconta anche di storie personali così diverse l’una dall’altra, che si sono incrociate in un momento straordinario. Racconta di amici fedeli e di tradimenti, di lacrime e di sorrisi, di batticuore, e di pomeriggi fuori dal tempo. E racconta molto altro ancora. E continuerà a raccontare se noi continueremo a scriverla, se non rinunceremo mai ai nostri sogni, se continueremo a lottare per migliorare. Il canile non c’è più, ma ci sono ancora molti cani randagi e i ragazzi del canile non hanno smesso di preoccuparsi di loro. I giorni dello sgombero hanno messo duramente alla prova le nostre forze, il nostro coraggio, la nostra speranza. Ebbene abbiamo superato quelle prove e lo stiamo dimostrando a tutti. Siamo ancora in piedi e più determinati che mai a portare avanti il nostro impegno volontario nella lotta al randagismo, continuando a sensibilizzare e a informare la cittadinanza e sollecitando la costruzione di un canile comprensoriale all’Elba. Nonostante tutto abbiamo chiuso il 2002 a testa alta, abbiamo affidato gran parte dei cani che erano ospiti agli ex macelli ed abbiamo sistemato provvisoriamente anche gli altri; è andata molto bene la distribuzione del calendario 2003, grazie anche alla collaborazione di molte persone; nel periodo delle festività abbiamo aderito alla campagna contro la vivisezione, allestendo banchetti in piazza e al mercato; è nato il nuovo sito internet, www.iragazzidelcanile.it. Tutto questo nelle poche settimane successive allo sgombero. Ma il 2002 è stato un anno in cui abbiamo sottolineato ripetutamente l’ormai gravoso problema del randagismo sulla nostra Isola e denunciato con forza una situazione di illegittimità delle amministrazioni comunali. Abbiamo cominciato l’anno facendo informazione sulla diffusione della leishmaniosi, che se non è servito a preoccupare i nostri sindaci, e servito sicuramente a sensibilizzare molti cittadini amanti dei cani. A gennaio 2002 era già in discussione il progetto di San Martino, con la Soprintendenza che vi si opponeva, ma grazie anche alle nostre pressioni fu approvato in commissione di Consiglio dei Ministri; non sarebbe servito a niente, è vero, ma fu una circostanza che ci vide comunque molto impegnati. Anche lo scorso anno non abbiamo rinunciato ad organizzare la mitica festa di primavera con l’ormai celebre sfilata non competitiva dei nostri fidati amici a quattro zampe. Abbiamo continuato a fare sensibilizzazione nelle scuole, il che è una delle iniziative fondamentali nella lotta al randagismo. Tutto questo continuando a gestire la struttura canile ex macelli fino agli ultimi giorni di assedio, durante i quali la preoccupazione maggiore è stata quella di mettere al sicuro i cani, al fine di scongiurarne il trasferimento chissà dove e ci siamo riusciti, grazie alla sensibilità di molte persone che ci hanno aiutato, ma anche ad una buona capacità di organizzazione, maturata in tutti questi anni di esperienza sul campo. La chiusura del canile ex macelli è dunque da considerarsi un passaggio in tutta questa vicenda, la fine di un capitolo, un capitolo importante certo, durante la quale abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità. Oggi ne comincia una nuova, un nuovo Presidente guiderà la nostra associazione per i prossimi due anni. C’è ancora molto da fare per realizzare i nostri sogni, ma sicuramente tutto quanto abbiamo seminato in questi anni, a tempo debito darà i suoi frutti. Anzi, direi che alcuni germogli sono già visibili; la partecipazione e il sostegno alla causa del canile, le tante segnalazioni di animali in difficoltà, le continue richieste di informazioni che molti cittadini ci rivolgono, tutto ciò dimostra che c’è una sensibilità maggiore rispetto a qualche anno fa, grazie al nostro lavoro. Se abbiamo fatto degli errori saremo perdonati. Il nostro impegno è sempre stato volontario e disinteressato. Se ci siamo immersi in questa lotta non è mai stato per guadagnarci qualcosa ma perché abbiamo sempre ritenuto che fosse giusto farlo, e basta. Continuiamo a dedicarvi il nostro tempo, le nostre energie; come animalisti e come cittadini che vogliono contribuire a migliorare la vita sociale del proprio paese. Per questo dobbiamo continuare a lastricare la nostra strada di dignità, ignorando le critiche e le offese. Mantenendo indistruttibile la nostra unità e la fiducia nei nostri principi morali".


Michele alessi speedy

Michele alessi speedy