Ci è pervenuto un ritaglio del "Giornale di Vicenza" del 23 dicembre 2004 dal quale traiamo un brevissimo ma significativo passo: "I bambini ricevono doni, sotto l'albero. Gli ergastolani ricevono parole di amicizia, quelle appena pronunciabili tra chi non si conosce bene, tra chi ha un retroterra di sangue rappreso e chi nel presente argina il sangue che scorre e la fame che incalza. Bambini ed ergastolani, un rapporto impossibile. Fino a pochi mesi fa. Quando da Porto Azzurro, penitenziario di 350 detenuti, arriva una prima richiesta: "Signora Annunziata (Annunziata Rigon, Assistente Volontaria della Società di San Vincenzo de' Paoli), voglio adottare un bambino che soffre. Col poco che ho. -... L'adozione si materializza in versamenti di 30-50 €, un capitale per chi non ha nulla. Salvatore da Porto Azzurro scrive al "figlio" in Tanzania: gli dice poco di sè, vuol sapere tutto di lui, la mediazione di qualche traduttore lo aiuterà. Come da Porto Azzuro anche in altri Istituti penitenziari i detenuti hanno "figli" lontani." Mi sembrerebbe superflua e inadeguata qualsiasi parola di commento.
carcere porto azzurro