"Qualche tempo fa una candidata si presentò in un ente pubblico che doveva conferire un incarico di addetto stampa. La signora aveva un curriculum formidabile [...] “Lei conosce Sergio Rossi?” “Certo - rispose la candidata – professionalmente è stato il mio maestro” Manco a dirlo l’incarico non le fu conferito..." La storia mi sembra familiare!!! Ma se non ricordo male il finale fu : "non solo è stato il mio maestro, ma della sua prima lezione (non solo di giornalismo) ho fatto il mio slogan di vita: "se fai la gallina prima o poi ti fanno fare l'uovo!!" Non ho mai rimpianto nemmeno una volta di non aver avuto quel posto, tanto mi conosco: me ne sarei andata alla prima occasione di fare l'uovo... E l'uovo non l'ho fatto mai fatto, ho preferito fare dignitosamente la centralinista e la protocollista, ma mi vanto, di essere riuscita a dire pure dei NO molto ma molto scomodi. Ma è risaputo: per i Galli fare l'uovo è contro natura...... ti abbraccio forte forte Rossana (Galli) Beh Rossana, mutatis mutandis, rifacendomi ad eventi ben più drammatici delle nostre vicende umane, e restando nell'ambito sia dei "rossi" che dei "galli" mi viene in mente la risposta di Salvador Allende al suo assassino Augusto Pinochet che gli intimava di arrendersi. Si dice che il Presidente democraticamente eletto dai cileni (ed abbattuto da un colpo di stato pilotato dalla C.I.A., per conto dei molto più democratici USA) asserragliato nel Palacio de la Moneda, dove sarebbe stato ucciso di lì a poco, con in mano una carabina, abbia risposto, speriamo di citare correttamente: "Ne se rinde un gallo rojo si no cuando està ja muerto" (un gallo rosso non si arrende se non è proprio morto). Ora Rossana se è vero che il tratto di storia ed il luogo nel quale viviamo non ci chiede particolari eroismi, è incontestabile il bisogno che ha questa società (nella quale non mancano prosseneti, servi e yesman) di galli rossi, di "signornò" (leggi coscienze critiche, intelligenze autonome). Certo è più facile comodo e redditizio dire di sì, non rischiare, e magari turarsi oltre che il naso, gli occhi, le orecchie, e la bocca, come misure profilattiche del salvare talaltro orifizio, perchè si tiene famiglia perchè il coraggio non lo si compra in farmacia. Per non urtare basta stare buoni non dare credito ai visionari che dicono che quest'isola è in buona parte spolpata dall'usura, basta affermare che corruzione non c'è e non c'è mai stata, che sono normali il vorticoso giro di proprietà e gestioni di locali, i tenori di vita collidenti con le dichiarazioni dei redditi etc. Basta resuscitare i migliori tratti del pensiero ageniale e dire che se c'è un grave problema di ordine pubblico all'Isola d'Elba, questo è costituito dalla microcriminalità (cioè drogatelli, spacciatorelli, teppistucoli, balordi e perché no, mendicanti e rom). Basta farsi canna o meglio barca a torzo, orientarsi secondo il vento ossequiare il potente di turno possibilmente senza fare incazzare troppo chi lo potrebbe sostituire domani. Basta non indignarsi quando un signore bercia in un'edicola che “loro” (loro chi?) faranno trasferire una giornalista scomoda, quando girano voci secondo le quali un muratorino vendicativo che si sente colpito negli affetti familiari sta preparando una polpetta avvelenata per una persona come Daniele Palmieri che non ha certo scheletri nell'armadio, quando elementi con una posizione che dovrebbe ispirare un dignitoso riserbo e silenzio, se ne vanno in giro per feste e cene a far brindisi e giuramenti “di farla pagare a quelli che hanno fatto del male alle loro famiglie” (quelli chi? di che tipo di famiglie trattasi? E soprattutto come la faranno pagare?). Ma credono davvero di convincere qualcuno a fare l'uovo? Vedi Rossana un ex comandante dei Carabinieri dell’Elba del quale ero (e sono) eccellente amico, in un altro momento molto teso della storia dell’Elba e quando qualcun altro pareva intenzionato ad allungare le sue rapacissime unghie su Pianosa: ebbe a dirmi: “Bisogna temere i veri mafiosi che sparano pallottole e non ai bulletti di paese che sparano cazzate, perché le cazzate non hanno mai attinto nessuno”. Questi (al momento) sparano cazzate. Ed a scanso d’equivoci (può capitare anche ad un giornalista comunista come me di conoscere ed essere amico di più di un Ufficiale dell’Arma) ad esternare quel concetto fu l’allora capitano Marco Contini. Per la cronaca, ritornando al punto di partenza di questa riflessione, Augusto Pinochet o quella misera cosa che ne rimane, da qualche giorno è piantonato a casa sua perché accusato (per la prima volta anche in Cile) di un omicidio e sette sequestri. Ci sono voluti 31 anni 3 mesi e se non ho sbagliato il conto 28 giorni dal golpe, e forse se, prima di rendere la sua pessima anima al Signore, questo tanghero sarà giudicato nel suo paese per alcuni dei crimini che ha commesso, accadrà anche perché un gallo rosso non si arrese. ABBRACCIO RICAMBIATO Sergio (Rossi)