Strana coincidenza: la bizzarra proposta di costruire un nuovo inceneritore per risolvere il problema dei rifiuti dell’Elba coincide con la notizia di un aumento, contenuto (si parla del 5%) ma che va ad aggiungersi ad un costo già alto della tassa dei rifiuti solidi urbani per i cittadini del comune di Portoferraio. Forse conviene approfondire, a beneficio proprio di tutti i contribuenti, questo spinoso tema della gestione rifiuti della nostra isola. L’immagine che ci pare più calzante è quella del lavamani di Pilato, atteggiamento comune a tutti gli otto comuni elbani, che ha condotto nel passato ad una gestione commissariale dei rifiuti durata circa 20 anni. O meglio la totale mancanza di volontà e capacità decisionale e progettuale dei nostri amministratori ha costretto la Regione ad assumersi in prima persona tale responsabilità. Il commissario in tutto questo tempo ha sicuramente commesso degli errori, vedi impianto di Buraccio, ma sicuramente è più giustificabile di chi aveva la responsabilità, trasmessa con il voto popolare di tutti i cittadini, di scegliere e decidere e non lo ha fatto. Ma, arrivando ai fatti recenti, la regione e la provincia assieme a tutte le amministrazioni elbane, nell’ultimo anno, sono giunte a costruire un’ipotesi dignitosa e credibile di gestione dei rifiuti: creazione di un’azienda unica per la gestione di tutto il ciclo, raccolta differenziata, impianto di compostaggio e discarica controllata. Tutto questo è messo in crisi e in discussione dalla recente uscita di sei amministrazioni su otto che pensano di risolvere il tutto costruendo un nuovo inceneritore contro il parere di Provincia e Regione . Tutto questo mentre la Regione non sa come spendere gli 11 miliardi di vecchie lire accantonate proprio per l’Elba, miliardi che rischiano di essere persi perché dall’ Elba nessuno per ora ha presentato progetti nel quadro di una gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti. Speriamo che l’ annunciata riunione, dall’ Assessore Prov. Marco Della Pina , dell’ ATO 4 rifiuti della Provincia di Livorno con i comuni elbani faccia abbandonare una volta per tutte l’ errore ( d’ immagine e di sostanza ) dell’inceneritore per impostare il serio piano industriale che ci serve. Ma gli introiti derivanti dalla tassa sui rifiuti come vengono spesi, solo per governare l’ordinario? (cioè per i servizio di svuotamento e spazzatura), i finanziamenti regionali a cosa sono serviti per ora, solo a gestire l’emergenza? O a pagare i rifiuti che la scorsa estate siamo stati costretti ad esportare perché le nostre discariche erano sature? Forse, come cittadini e come contribuenti dovremmo chiedere qualcosa di più ai nostri amministratori. Stiamo avvicinandoci ad un'altra estate e nonostante l’isola goda di una specie di rendita di posizione in quanto a immagine turistica, dovuta agli sforzi promozionali delle categorie economiche e di altri soggetti a questo deputati, il rischio è quello di presentarci agli ospiti con un nervo pericolosamente scoperto: discariche ormai arrivate oltre il limite, assenza di un sito comprensoriale per lo stoccaggio dei rifiuti inerti, un territorio che si presenta sempre più trascurato e imbrattato per l’assenza di una gestione razionale dei rifiuti. Questo, e sembra davvero una barzelletta, nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Emblematico quello che successe quasi 20 anni fa, la prima volta che il novello commissario regionale mise il piede sull’isola; da alcuni giorni eravamo in piena emergenza, blocco totale del conferimento in discarica, blocco totale della raccolta. Il commissario si recò presso la discarica di Literno fece sgombrare l’ingresso ostruito da montagne di rifiuti e questo permise agli automezzi di transitare e per qualche giorno ancora di scaricare. Non crediamo che la situazione sia molto evoluta rispetto a questa logora e sbiadita immagine. Spetta al senso di responsabilità di tutti cacciarla per sempre nell’album dei ricordi.
cassonetti rifiuti