Caro Sergio, pur non osando contraddirti, se no ci fiondi contro un “a sciambere”, ti proponiamo una versione più articolata della lieta canzoncina anarchica con cui chiudi la tua “Apologia di Sòrete” in risposta al Meoni. Eccone l’innocente testo: E quando more un papa cantano il ‘Miserere’ ma io ci ho un gran piacere ch’è morto un impostor E quando more un prete sonano le campane piangono le p…e ch’è morto un avventor E quando moio io non voglio intorno cristi ma la bandiera rossa dei veri socialisti Come vedi, poche e semplici parole, che potrebbero dare una svolta a molte discussioni su GAD, FED, Centro sinistra allargato, Mastelli, Prodi, Rutelli ecc. Per i locali lasciamo a te la fantasia. Certo è una posizione un po’ ‘tranchant’, come dicono gli inglesi. Ma, in fondo in fondo, lo è meno di quel che non sembri; pensa un po’ a una variante del genere: E quando moio io non voglio intorno pene ma solo la coerenza della gente perbene Così sì che si farebbe il vòto. Della serie: pochi ma bòni, magari. Ma pochi. E allora, tutti insieme appassionatamente. Buon 2005. La Primula Russa (noi no) Caro Primulo Conoscevo, per antiche frequentazioni del patrinonio etnomusicologico (no assessore gli insetti non c'entrano), la versione anarco-socialista e probabilmente "originale" (se parlando di cultura popolare il termine stesso può avere un senso) della conzoncina in questione. Ne ricordo poi altre varianti costituite peraltro anche da quartine diverse rispetto a quelle che hai riportato. Mi sembra tuttavia lodevole l'esercizio di integrazione ed attualizzazione che proponi, e tento di inserirmi in questo virtuoso processo immaginando una strofe che potrebbe essere trascritta in guisa di epitaffio sulla tomba di Massimo Findus D'Alema (ospitata per altissimi meriti di raggiunta impunità nel mausoleo massone di Arcore): "E quando muoio io non sento cristi non voglio Diliberto ne Bertinotti nè Mussi né i fissati su i corrotti ma sol quei calabrache dei riformisti" Buon Ferragosto a tutti.