La tragedia epocale che sta interessando una parte del mondo , mette a nudo l’ intollerabile divario di mezzi e possibilità che separa la razza umana; il sud del mondo è questo , la mancanza delle sicurezze più elementari, la mancanza di dignità, la povertà, la fame, le malattie; il nord siamo noi, il 20% di abitanti che consuma l’ 80% delle risorse del pianeta tra cui quelle per prevenire o mitigare gli effetti delle catastrofi naturali. L’ occidentale società dello spettacolo ha trasformato in evento mediatico la tragedia che morde la carne e la vita di decine di migliaia di bambini e adulti, come già aveva fatto con la guerra; una parte di noi ha messo e metterà mano al portafoglio per restituire una infinitesimale parte di ciò che le multinazionali hanno rapinato, ora o quando si chiamavano colonie, ai paesi poveri per questo . Tutto serve ora, anche i soldi dati ai Medici senza Frontiere e alla Caritas, ma dopo serve qualcosa d’ altro, qualcosa utile a noi occidentali quanto ai dannati della terra: un riequilibrio di risorse, la cancellazione del debito,…ridare diritto di vita a gran parte del mondo che non ce l’ ha è cosa che ci riguarda. Di fronte all’ evidenza di questa e altre tragedie che rimuoviamo assieme ai tg del giorno prima, la politica deve darsi una nuova etica per nuove scelte: la parola d’ ordine dello sviluppo sostenibile è ormai palesemente inadeguata perché riguarda il solito nord del mondo. All’ ordine del giorno c’ è invece il tema della decrescita conviviale, una diminuzione dei consumi materiali del nord sviluppato a favore della qualità della vita immateriale, sociale e di relazione, e lo spostamento mondiale di risorse dove vi è la necessità di costruire le infrastrutture minime che diano un senso al termine ‘razza umana’. Su questo si giocherà anche il senso di un’ altra parola: quella ‘sinistra’ dove siamo collocati.
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