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I fossi dell'isola del Giglio

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 29 dicembre 2004

Dopo l’alluvione del 16 e 17 dicembre u.s. che ha prodotto l’allagamento di Giglio Campese, situazione che si verifica non appena piove dal cielo qualche goccia in più, si contano i danni e si cerca di fare il punto della situazione. L’ostruzione del fosso della Botte che nella sua parte terminale è stato letteralmente ricoperto da una marea di detriti ha provocato lo sversamento di tonnellate d’acqua nell’abitato con allagamento degli scantinati e notevoli danni alle attività commerciali presenti nella zona. Tale circostanza ci deve far riflettere e l’impegno della nuova Amministrazione Comunale dovrà essere mirato a risolvere questo problema che da anni affligge Giglio Campese. L’unica soluzione è tenere costantemente pulito il fosso della Botte da monte a valle anche se le difficoltà sono notevoli data l’enorme vegetazione che cresce ai suoi lati soprattutto le canne che poi in un modo o nell’altro vanno sempre a finire nel canale. Altre grave situazione l’allagamento del piazzale adibito a stazione bus. E inammissibile che il centro abitato posto allo stesso livello del mare venga costantemente inondato perché gli scarichi della piazza non riescono a far defluire la massa d’acqua. Sono anni che si parla di adeguamento dei deflussi con l’installazione di collettori molto più grandi che permettano lo smaltimento direttamente a mare. L’impegno del Comune dovrà essere mirato in questo senso magari con l’intervento dell’Amministrazione Provinciale perché è troppo tempo che l’abitato di Giglio Campese soffre di questa situazione ed ogni volta che piove la situazione è drammatica. Su questi temi è intervenuto il Presidente della Confraternita di Misericordia Giuseppe Modesti che in una nota analizza la situazione chiedendo rimedi per risolvere una contingenza ormai non più rimandabile. xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" / Alvaro Andolfi “Io l’avevo già previsto ma non perché sono un chiaroveggente o abbia delle doti particolari rispetto ad altri esseri umani, lo avevo anche più volte scritto e ripetuto. Spero almeno che la nuova amministrazione prenda finalmente la cosa sul serio anche perché, sicuramente, oltre a danni materiali potrebbe prima o poi scapparci qualcosa di più grave, ed allora sarebbe troppo tardi. Per chi non lo sapesse è giacente in qualche ufficio del Comune un documento del Dipartimento Politiche Territoriali Ambientali Servizio Difesa del Territorio, datato 27 Febbraio 1997 (circa sette anni fa) il cui all’Oggetto recita “DISSESTI IDRAULICI E IDROGEOLOGICI – SITUAZIONE ISOLA DEL GIGLIO” a seguito di un sopralluogo effettuato in data 7 Febbraio 1997 si individua quali zone dell’Isola fossero già sottoposte allora a dissesto idrico ed idrogeologico individuandole come zone di pericolo 1) Il fosso della Botte in Giglio Campese 2) Fosso delle Cannelle 3) Fosso dell’Ortana 4) Abitato di Giglio Castello Contrada S. Maria 5) Bacino del fosso di S. Giorgio Giglio Porto Sia il fosso delle Botte ed il fosso delle Cannelle sono addirittura iscritti come corsi d’acqua pubblici di primaria importanza. La relazione, oltre che ad individuare le zone di pericolo, indica anche a chiare lettere competenze, responsabilità e modalità di interventi, ma visto gli ultimi risultati, non mi pare proprio che tale documento sia mai stato messo in evidenza su qualsiasi scrivania delle passate amministrazioni. A dire il vero qualcosa si è fatto ed in relazione proprio al fosso della Botte si è addirittura dato il permesso di costruire al di sotto del letto del fosso stesso, tanto è vero che tutti quei locali con l’alluvione, si sono completamente riempiti d’acqua fino al soffitto. E pensare che gli stessi lottizzanti avevano il compito (sancito da Atto d’Obbligo, da Delibere Comunali e dalla Concessione Edilizia) di mantenere pulito tutto l’alveo del Fosso delle Botte. Inoltre chi si è recato ieri a Giglio Campese avrà notato, tra le altre cose, tutta quella melma color nero di fronte alla foce del Fosso dell’Ortana. Ebbene penso che tutti si siano domandati il perché e da dove venisse. Quella melma color nero non è altro altro che il risultato degli scarichi del depuratore di Giglio Castello. E pensare che la difesa dell’ambiente e del sottosuolo dovrebbe essere di priorità assoluta, vista la presenza giornaliera sull’Isola degli agenti del Corpo Forestale dello Stato. Grazie a Dio nel bacino del Fosso di S.Giorgio fino ad oggi non è successo nulla, ma la citata relazione parla chiaramente di ipotetico pericolo per quei massi di piccola e grande dimensione posti in alto in corrispondenza proprio del corso d’acqua,i quali se dovessero rotolare da quell’altezza, metterebbero in serio pericolo tutto l’abitato di Giglio Porto della zona sottostante. Per il Fosso delle Cannelle basta fare una passeggiata per vedere con i propri occhi…….. UNA NOTA POSITIVA Oggi finalmente dopo anni di buio, almeno si è vista una parvenza di intervento della Protezione Civile. Speriamo sia solo l’inizio e ci sia la volontà per migliorarla sia dal punto di vista organizzativa che strutturale essendo tale organizzazione di vitale importanza. Prima di concludere mi sembra doveroso ritornare su quanto è accaduto a Giglio Campese. Se pur, grazie a Dio, non ci sono state vittime umane, ci sono comunque delle persone, delle attività commerciali e produttive che comunque hanno subito dei danni e non da poco. Pertanto mi sembrerebbe opportuno e doveroso da parte delle autorità competenti verificare se esiste la possibilità per chi ha subito dei danni, per eventuali risarcimenti. Ma soprattutto penso sia doveroso accertare se ci sono state negligenze o responsabilità da parte di chicchessia, e perdere un po’ di tempo per leggere certe pratiche giacenti in qualche ufficio comunale”.


Giglio Acquedotto romano

Giglio Acquedotto romano