Lo scorso 29 novembre il Consiglio Comunale di Porto Azzurro ha approvato un ordine del giorno riguardante la presenza di una sezione di “semiliberi” all’interno della struttura carceraria di Porto Azzurro. Questo ordine del giorno ha di fatto creato all’interno dei DS locali una forte esigenza di riflessione circa tutte quelle ricadute di carattere sociale ed economico che la presenza del carcere produce inevitabilmente su una piccola comunità quale quella di Porto azzurro. Già altre volte, anche in tempi recenti, questa sezione D.S. ha ritenuto necessario interveniresull’argomento “carcere”, opponendosi con forza alle varie proposte, avanzate da alcune forze politiche del centro-destra, attraverso le quali si propagandavano le più bizzarre alternative di sviluppo economico per Porto Azzurro legate ad una eventuale chiusura del carcere stesso. Oggi sentiamo ancora l’esigenza di intervenire nel dibattito politico che riguarda la casa di reclusione “longonese”, prendendo spunto dal documento politico proposto dall’Amministrazione Papi e votato in consiglio comunale. Questa volta non ci troviamo di fronte all’ennesima proposta di chiusura della struttura stessa a favore di un mirabolante Casinò o villaggio turistico, venduti come alternative capaci di miracoli economici e garanzie di benessere collettivo; no, in questa occasione l’oggetto della discussione è rappresentato dall’impatto su Porto azzurro che nel tempo creerebbe la gestione carceraria della sezione “semiliberi”. Una attenta lettura e valutazione del documento comunale ci spinge alle seguenti considerazioni: - il reinserimento nella società civile dei carcerati deve essere il primo obiettivo che il sistema carcerario deve porsi; - il regime di semilibertà rappresenta sicuramente una importante opportunità per coloro che ne guadagnano il diritto ed al tempo stesso rappresenta una opportunità per l’istituzione che ne deve valutare l’effettiva capacità di reinserimento; - il reinserimento può e deve essere favorito anche agevolando il ricongiungimento tra i soggetti “semiliberi2 ed i loro affetti, dando quindi delle opportunità decorose a quelle famiglie che decidessero di raggiungere i propri cari nei luoghi dove gli stessi possono esercitare il diritto di semilibertà; - le istituzioni competenti debbono produrre maggiori sforzi, culturali ed economici, affinché la semilibertà rappresenti l’inizio di un nuovo e dignitoso percorso umano per coloro che ne matureranno il diritto. Nel sopraccitato “Documento Comunale” riscontriamo, tra l’altro, l’inaccettabile idea che di fronte a carenze tutte istituzionali il Comune di Porto Azzurro, non si sa poi a quale titolo, si sentirebbe autorizzato a chiedere la soppressione della sezione “semiliberi” del carcere di Porto Azzurro. I D.S. di Porto azzurro chiedono al Consiglio Comunale di abbandonare questa idea moralmente insostenibile ed al tempo stesso, convinti che la rieducazione debba iniziare all’interno di carceri umane e vivibili, invitano il sindaco ad un sensibile e completo interessamento della struttura carceraria di porto azzurro.
carcere porto azzurro