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La lunga storia dell' Uomo Masso

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 21 dicembre 2004

Ma che cosa era geologicamente la scultura naturale che è crollata? In altri termini, come nasce una “cote” di granito? Da quanti anni l’Uomo Masso era a guardia del canale di Corsica? Abbiamo sentito il Dott. Nicola Gherarducci un geologo con conoscenze estremamente approfondite del Massiccio del Capanne, e tentiamo una traduzione in termini accessibili di un processo abbastanza complesso. La storia dell’Uomo Masso ha inizio circa sei milioni di anni fa, quando dalle profondità della terra risale un magma di minerali fusi che impastandosi formeranno graniodoriti: il granito costituito da feldspati, mica, quarzo, ortoclasio. Ma la “cote” vede la luce molto dopo, tra tre e due milioni di anni fa, quando si “consumano” in un processo detto “denudamento” le rocce di superficie che incassavano il magma. A quel punto è pronto il blocco che sarà scolpito anno dopo anno, secolo dopo secolo, millennio dopo millennio, fino a prendere la bizzarra forma dell’Uomo Masso. Ed a compiere la ciclopica opera d’arte sono agenti esogeni: la pioggia, il vento.. soprattutto l’idrolisi salina. Le gocce di mare in aerosol sono l’agente più importante per questa erosione, perché? Perché il sale combinandosi con l’ossigeno scioglie il feldspato trasformandolo in argilla ed il feldspato è il collante degli elementi che costituiscono il granito. Così contemporaneamente si consumano le granodioriti e si producono le argille e le sabbie che scenderanno a valle coprendo i piani ed i litorali. Ma il consumo non è sempre uniforme, e, accentuandosi lungo le linee di frattura della roccia, la scolpisce il maniera tale che sarà letta in chiave antropomorfica da scimmia sapiente, apparsa sulla crosta terreste infinitamente dopo l’inizio della storia della cote: l’uomo elbano. La realtà è che non si può datare esattamente il momento della “nascita” della scultura, anche se è certo che l’Uomo Masso, più o meno nella forma che aveva prima nel suo crollo, ha assistito a tutti gli eventi di quel minimo lasso di tempo che un po’ pomposamente chiamiamo “storia”; certamente si posarono presso quella roccia gli stivali di Napoleone e i piedini di Maria Waleska, visto che i due erano convenuti, per amoreggiare qualche giorno, a poche decine di metri dall’Omo Masso, davanti alla grande isola che aveva dato i natali all’Imperatore. Certo quella masso così particolare è stato preso come riconoscibilissimo riferimento da generazioni e generazioni di marinai d’ogni popolo ed epoca umana, ed ancora prima che sfilasse sotto l’Uomo il primo dei naviganti, gli antichissimi Musteriani avevano notato quella bizzarra formazione rocciosa. L’Uomo Masso in pratica c’era prima dell’homo (quello - disse proprio un geologo, G. Flores - che con inconsapevole ironia si è autoproclamato sapiens sapiens) e ci sarà, in altra forma, anche dopo la sua estinzione, perché il suo collasso, per quanto paesaggisticamente, culturalmente doloroso, deve essere letto in forma di evento del procedere della storia geologica.. Le montagne continueranno a crescere, la crosta della terra a trasformarsi, è la sua maniera di vivere.


Uomo Masso prima del crollo

Uomo Masso prima del crollo