Torna indietro

Ricordando Grazia

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 18 dicembre 2004

Per me Grazia è ancora la bella e testarda ragazza del nostro primo amore, un giovane e stupito studiarsi da entomologi, una ripicca appiccata a un divieto, e poi un faticoso lasciarsi e strade e tornanti che non si sono mai più incrociati, nemmeno per una sosta ad un assolato quadrivio da cui ripartire ognuno per la sua vita. Dopo quegli anni ormai lontani, al di là della boa di metà di un'esistenza, è stato un guardarsi silenziosi da finestre di vite lontane, incapaci di condividere niente se non un ricordo sempre più nebbioso, forse contenti o dispiaciuti del bene o del male che le nostre esistenze ci procuravano. Ma mai più una confidenza, una mano tesa, una carezza degli occhi, un vero sorriso. Separati dall'imbarazzo del fantasma un amore consunto dall'abitudine, materia troppo pesante per i ragazzi che non possono sostenerne il fardello sulla schiena, in mezzo alle ali che spuntano. Un silenzioso, affettuoso e distratto guardarsi, dopo aver sprecato golosamente tutte le parole e non averne più una da dividere con sincerità. Di Grazia, morta così lontana in un'Asia che non conosco e che mi è misteriosa come ormai mi era diventata lei, mi rimane solo qualche foto fatta della lancinante nostalgia della giovinezza splendente, una dolce ragazza piena di riccioli che nascondono occhi tristemente divertiti e uno sguardo d'ombra, di timore e di speranza. Uno sguardo che non l'ha mai più abbandonata e l'ha spinta a diventare un'inafferrabile viaggiatrice di lontananze. Eppure, in questa tristezza infinita per Grazia, so che ogni tanto ci pensavamo per qualche cortocircuito del cuore e della memoria, perchè gli amori dei ragazzi finiscono col crudele fragore chirurgico di un colpo netto di bisturi, ma rimangono tra i ricordi e i rimpianti, come la viola appassita che un'anziana signorina conserva in mezzo alle pagine di un libro di poesie falsamente dimenticato, per ricordare il bellimbusto che l'ha felicemente ingannata per un giorno. Quel fiore malinconico e trasparente l'ho rivisto proprio il giorno che Grazia se n'è andata,leggendo per caso queste righe di Dancing sopra il mare, di Ivano Fossati: "...siamo sognatori di mondi ragazze a cui piacevano i poeti capitani di tavole imbandite destini a scomparsa siamo voci erranti cui oggi e soltanto oggi la terra all'orizzonte tenue di nuovo appare.".


rosa rossa

rosa rossa