E’ Bagnaia ad aver avuto la peggio dal nubifragio che si è abbattuto sull’Elba. Un rumore forte e poi l’acqua piombata dalle pendici del Volterraio ha oltrepassato le spallette del fosso ed ha invaso le abitazioni, i negozi, il piazzale. Un’onda di piena che è durata circa 20 minuti ma che si è insinuata nelle case arrivando fino a mezzo metro d’altezza, facendo galleggiare mobili e suppellettili, impregnando i muri e ritirandosi lasciandosi dietro un minestrone di fango. Un’anziana signora, costretta a letto, e circondata da trenta centimetri d’acqua, è stata prelevata nella notte dai Vigili del Fuoco e trasportata presso un'altra abitazione. Il piazzale della frazione che si divide a metà tra il Comune di Rio nell’Elba e Portoferraio è stato invaso da una crostone di 15 centimetri di fango, depositato non soltanto dall'acqua fuoriuscita del fosso ("la Valle" come lo chiamano i Bagnaiesi) ma sceso anche dalla zona residenziale di San Michele, dove le strade asfaltate hanno accelerato il flusso dei detriti. Una quindicina di persone tra operai incaricati dal Comune di Rio e residenti hanno lavorato per tutto il giorno con pale e mezzi meccanici per rendere di nuovo agibile il piazzale. Dalle case allagate si continuava a tirare fuori mobili e fango nel tentativo di limitare al minimo i danni. La causa dell'ondata di piena che in pochi minuti ha ridisegnato il profilo della spiaggia bagnaiese, divisa in due dall'estuario sfiancato del fosso, è da ricercarsi in uno smottamento a monte che ha fatto cedere le griglie di protezione poste due anni fa dall'amministrazione comunale riese proprio per rallentare il violento scorrere dell'acqua verso valle. Queste barriere di legno hanno ceduto travolgendo anche una passarella di legno posta da un privato per l'attraversamento del fosso e, giunte al ponte in prossimità del mare hanno fatto da tappo determinando l'esondazione. A farne le spese anche il grande barbecue sulla spiaggia del Circolo "Il Pergolino", il simbolo dell'ospitalità bagnaiese, dove d'estate i turisti possono cenare sulla spiaggia godendosi lo spettacolo di impareggiabili tramonti. Molto critici gli abitanti della piccola frazione che da tempo avevano manifestato all'amministrazione riese il loro scetticismo circa la validità delle soluzioni adotatte per arginare le piogge. "Le dighe dei castori", così erano state soprannominate le griglie di protezione poste a monte, erano ritenute un palliativo, ed anzi considerate pericolose. Adesso è quasi con una certa soddisfazione che le guardano semiaffogate nella baia. Ma il Sindaco Catalina Schezzini, che ha dichiarato lo stato d'emergenza, spiega che il progetto, eseguito dalla ditta Dream costato 60 milioni di lire, e realizzato da "Terra uomini e Ambiente" che ha operato durante l'alluvione in Versilia, serviva proprio per rompere la forza dell'acqua. Spiega anche che il fosso di Bagnaia non è mai stato classificato, che risulta ancora come acqua privata sul quale non possono intervenire gli enti preposti al servizio idrogeologico. L'iter è stato perciò avviato da tempo e si prevede di realizzare una vasca di espansione nella parte alta della vallata per fermare l'acqua che viene a precipizio dalle scarpate del Volterraio. Domattina è previsto un altro sopralluogo del Sindaco accompagnata da un ingegnere ed un agronomo per fare un elenco dettegliato dei danni e verificare la stabilità delle strutture.
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