Volevamo, noi familiari dei disabili psichici dell’Elba, vedere, capire, uscire dagli angusti spazi isolani, renderci conto di persona, come si lavora in altre realtà quando si ha a che fare col disagio mentale. Così, quattro di noi assieme ad alcuni operatori ed altri familiari e operatori di Piombino, abbiamo potuto accedere ad un progetto di iniziativa regionale, che attivando fondi europei,ci ha permesso di fare una visita di tre giorni alle strutture del Dipartimento della Salute Mentale(DSM) della Città-Provincia di Trieste. L’esperienza triestina in questo delicato settore della salute rappresenta nel mondo e non solo in Italia, il raggiungimento di un traguardo di ragguardevole valore etico e sociale. Una originalità scaturita dal coraggio e dalla determinazione di un grande uomo Franco Basaglia, che ha dato l’ispirazione alla famosa legge di riforma della psichiatria del 78 e che ha portato alla chiusura dei manicomi in ITALIA. Era naturale che, dovendoci guardare intorno, si dovesse iniziare da Trieste, e devo dire che ne ha valso veramente la pena. Si decise a suo tempo di dare il nome “Il sollievo della speranza” all’associazione che ci riunisce, e mai nome fu più centrato, alla luce del viaggio triestino. Quella speranza, affievolita dalla elefantiaca lentezza con cui l’Azienda Sanitaria Livornese ha operato ed opera all’Elba, si è risollevata nel prendere coscienza che si può fare molto per i disabili mentali, per le loro famiglie, per la società cui appartengono. Società che deve garantire anche per questi cittadini, attraverso gli organi di competenza, il loro inalienabile diritto ad essere curati in maniera adeguata, e questo all’Elba non avviene, al di fuori di ogni ragionevole dubbio. L’esiguità delle risorse economiche non può costituire l’eterno alibi della inadeguatezza dei servizi per la salute mentale nella nostra isola. Non sopportiamo più di sentirci ai margini del processo di adeguamento delle risposte ai bisogni sociali, siamo stanchi di vivere nella continua emergenza e precarietà, e poiché siamo anche concordi con coloro che, in maniera più o meno velata, ci hanno mosso appunti per non essere stati sufficientemente critici verso l’inerzia dell’Azienda, l’assenza o la scarsa presenza delle istituzioni locali, avendo raccolto maggiore stimolo e consapevolezza dalla visita appena conclusa, siamo a chiedere con forza che L’Azienda USL6 abbandoni gli indugi e passi ad una azione concreta che preveda per l’Elba la realizzazione di un servizio territoriale e ospedaliero all’altezza delle esigenze dei cittadini bisognosi della salute mentale, utenti e famiglie. Chiediamo pertanto un incontro col Direttore dell’Azienda Ing Scura, allargato al Dir. del DSM Dott. Serrano, al Resp.dell’UFSMA Elba Dott. Santoro e al Resp. Della Zona Elba Dott. Segnini, per iniziare un confronto costruttivo che porti ad una pianificazione organica e condivisa in vista del prossimo Piano di zona. Confidiamo in una risposta sollecita e cordialmente salutiamo.
mario dini