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Cultura: locale non significa "provinciale"

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 15 dicembre 2004

Gran bella serata, sabato sera nel Duomo di Portoferraio. Il concerto per la pace che ha chiuso le manifestazioni isolane per la Festa della Toscana 2004, tenuto dall' Orchestra dell' Istituto Musicale " P. Mascagni " di Livorno, ha fatto toccare con mano ai moltissimi elbani intervenuti un assaggio della qualità delle produzioni culturali che la Toscana esprime. Un indubbio merito del Comune, della Provincia (e dei vari sponsor..), aver realizzato un evento culturale di ottimo livello NON per i turisti, ma per chi all' Elba ci abita sempre..Il desiderio che viene ad assistere a serate come questa è quello di averne ancora, per colmare un vuoto non più sopportabile, quello di essere parte di una Regione di grandi Istituzioni Culturali che sfornano prodotti eccellenti, opere che girano il mondo e però non arrivano mai all' Elba. L' Orchestra Regionale Toscana, il Balletto di Toscana, l' Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, le produzioni liriche (abbordabili) come quelle di Città Lirica (Livorno Pisa e Lucca) o quelle di Barga, Buti, Massa Marittima, Montepulciano ecc. che ogni anno producono lavori teatrali e musicali anche di notevole interesse, perchè non devono venire all' Elba? Perchè non possiamo noi stessi lavorare su produzioni originali? Non è solo un problema di costi. E comunque, in questa fase di disponibilità della Regione Toscana ad investire risorse su di un Progetto Elba basato sulla qualificazione ambientale, culturale ed enogastronomica varrebbe la pena, sul versante della Cultura, proporre la circuitazione delle produzioni culturali toscane di qualità, sulla musica come per le altre arti. Le Istituzioni locali debbono riprendere in mano la programmazione delle cultura, responsabilizzarsi, smettendo una buona volta di affidarsi 'chiavi in mano a soggetti esterni che 'lavorano' sulla cultura. L' Elba è in grado, ad es, di ospitare mostre di due o tre mesi riproponendo la grande pittura toscana (pensiamo ai Macchiaioli) in parte già disponibile nella stessa Pinacoteca Foresiana, piuttosto che la grafica seriale di qualche grande e noto artista di cui si strumentalizza di fatto il nome per fare business (legittimo, per carità, ma di basso impatto culturale). Paradossalmente è più 'provinciale', dal punto di vista culturale, fare una mostra come quella di Dali dell' ultima estate che non i pittori labronici! L' Elba è insooma in grado di lanciarsi davvero a livello europeo se ospiterà anche le produzioni musicali toscane, con il valore aggiunto sul territorio di rapporti che possono nascere anche sul terreno didattico. Il concerto di sabato scorso ci ha fatto intravedere queste possibilità: non sprechiamole.


carlo rizzoli

carlo rizzoli